Giampaolo Rosati, docente del Politecnico di Milano, sottolinea l’importanza della manutenzione e dell’età delle funivie per le valutazioni sulla recente tragedia al monte Faito. Andrea Formento di Federfuni discute possibili cause straordinarie, ma le indagini richiederanno tempo
Il tragico incidente alla funivia del monte Faito ha riacceso il dibattito sulla sicurezza e la progettazione degli impianti di trasporto a fune in Italia. Giampaolo Rosati, docente di tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano, ha evidenziato come la concezione progettuale delle funivie non debba mai essere sottovalutata. Secondo l’esperto, anche se gli impianti vengono rinnovati, l’idea progettuale originaria può rimanere obsoleta e influenzare negativamente la sicurezza.
L’importanza della manutenzione
Rosati ha sottolineato che tutte le strutture, con il passare del tempo e l’uso, tendono a invecchiare. Questo invecchiamento non riguarda solo i materiali, ma anche il progetto stesso. Durante la sua analisi dell’incidente, ha affermato che servirà tempo per giungere a conclusioni definitive, ma che l’età dell’impianto è un fattore cruciale da considerare. Le funivie, come qualsiasi altra infrastruttura, devono essere oggetto di manutenzione costante e attenta per garantire la sicurezza degli utenti.
Differenti opinioni sulla sicurezza
In contrasto con Rosati, Andrea Formento, presidente di Federfuni, l’associazione italiana per il trasporto a fune, ha minimizzato l’importanza dell’età degli impianti, sostenendo che la sicurezza è costantemente verificata. Secondo lui, l’incidente potrebbe essere stato causato da eventi straordinari, piuttosto che da una mancanza di manutenzione o da un progetto obsoleto.
Cause dell’incidente e fattori critici
Le cause del tragico evento rimangono ancora da chiarire. Rosati ha avanzato alcune ipotesi, suggerendo che la fune traente potrebbe essersi staccata dalla ruota di trazione, finendo sotto le ruote del carrello e causando il cedimento dell’impianto. Un punto critico, secondo l’esperto, è rappresentato dall’aggancio al morsetto, dove le funi sono soggette a sollecitazioni elevate. La questione del funzionamento del freno di emergenza è un altro aspetto da analizzare: sebbene il freno abbia operato per la cabina a valle, non sembra aver fatto lo stesso per quella in arrivo alla stazione di sommità.
Rosati ha inoltre messo in luce l’importanza di esaminare l’impianto nel suo complesso, comprese le stazioni, per accertare eventuali segni di ossidazione o degrado della fune tranciata. Le condizioni meteorologiche, infine, giocano un ruolo significativo: il progetto iniziale di una funivia stabilisce una velocità massima accettabile del vento. Se questa soglia viene superata, l’impianto deve interrompere immediatamente le operazioni. L’uso di anemometri, strumenti che misurano la velocità del vento, è quindi fondamentale per garantire la sicurezza degli utenti e prevenire incidenti.