L’Idf (le Forze di Difesa israeliane) ha dichiarato che, dall’inizio delle recenti ostilità a Gaza, sono stati eliminati 350 miliziani di Hamas, tra cui 40 comandanti. Circa 1.200 obiettivi sono stati bombardati e completato il controllo sul corridoio Rafah-Khan Yunis. Anche se Hamas non è ancora sconfitto, emergono segnali di rottura della paura nella popolazione. L’Idf sta esplorando modalità per ripristinare l’assistenza umanitaria senza permettere appropriazioni da parte dell’organizzazione.
L’Israeli Defense Forces (Idf) ha recentemente rilasciato informazioni cruciali riguardanti la situazione attuale a Gaza, dove le operazioni militari sono riprese circa un mese fa. Le forze israeliane hanno già eliminato circa 350 miliziani di Hamas, inclusi 40 comandanti di alto profilo, e hanno colpito circa 1.200 obiettivi militari nella Striscia. Questa intensificazione delle operazioni evidenzia la determinazione dell’Idf nel contrastare le minacce rappresentate da Hamas.
Situazione sul campo e preparativi
L’Idf ha chiarito che, in assenza di ostaggi, avrebbe già lanciato un attacco massiccio contro Hamas. Le forze israeliane hanno completato il controllo di un corridoio strategico tra Rafah e Khan Yunis, che si estende per una larghezza di 600-700 metri. Inoltre, l’Idf prevede la costruzione di una nuova strada, denominata “Morg”, per ottimizzare le operazioni logistiche nella regione. Nel nord della Striscia, la fascia di sicurezza è stata ampliata fino agli ex insediamenti israeliani come Dugit, segnalando un aumento della pressione contro le forze di Hamas.
Crescente resistenza interna a Hamas
Negli ultimi giorni, sono emersi segnali di una crescente rottura della paura nei confronti di Hamas tra la popolazione di Gaza. Esperti hanno notato un aumento delle critiche pubbliche verso il gruppo, evidenziato da eventi come l’omicidio di un agente di polizia da parte di un clan locale e le reazioni a minacce rivolte a un dirigente sanitario. Questi sviluppi potrebbero rappresentare un cambiamento significativo nell’atteggiamento della popolazione verso l’autorità di Hamas, suggerendo una possibile evoluzione del contesto sociale.
Aspetti umanitari e assistenza
Dal punto di vista umanitario, l’Idf ha avviato una revisione delle modalità di assistenza a Gaza, con l’obiettivo di garantire che l’aiuto non venga appropriato da Hamas. Un portavoce militare ha dichiarato: “Non c’è fame a Gaza e non permetteremo una crisi umanitaria“. Questo approccio mira a ridurre il potere di controllo di Hamas sulla popolazione, con potenziali effetti positivi anche sul piano economico e sociale.
Critiche e organizzazione delle forze
In risposta alle critiche provenienti dai riservisti, l’Idf ha negato che il recente cambio di forze nella Striscia sia stato causato da proteste interne. “Non mancano soldati né mezzi. Siamo consapevoli che questa è una guerra lunga e complessa”, ha affermato un portavoce, sottolineando la determinazione dell’esercito israeliano a proseguire le operazioni con cautela e strategia. Questa dichiarazione riflette l’impegno dell’Idf a mantenere un approccio strategico e ben organizzato nella gestione delle attuali operazioni militari.