Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele fermerà il piano nucleare iraniano a prescindere dall’intervento degli USA
In un’intervista rilasciata all’emittente israeliana del circuito Kan, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ribadito con fermezza la sua posizione sul programma nucleare iraniano, sottolineando che Israele intende agire per fermare tale minaccia “con o senza Trump”.
Obiettivi strategici di Israele
Netanyahu ha dichiarato che il programma nucleare dell’Iran rappresenta la principale preoccupazione per la sicurezza nazionale di Israele. “Il nostro principale obiettivo è fermare il programma nucleare, eliminare la minaccia, mentre il secondo obiettivo è fermare la capacità balistica dell’Iran”, ha affermato il primo ministro. Sul coinvolgimento del presidente statunitense Donald Trump, Netanyahu ha precisato che la decisione di partecipare o meno alla questione spetta a lui, ma che Israele farà ciò che ritiene meglio per il proprio paese.
Il contesto regionale e le tensioni in Medio Oriente
L’Iran, però, non è l’unica questione da risolvere per Israele. Nonostante la tregua temporanea a Gaza, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha avvertito che i combattimenti “saranno ancora più grandi e si svolgeranno in tutta la Striscia di Gaza”, rimarcando la determinazione di Israele a proseguire finché non avrà raggiunto i suoi obiettivi militari.
Parallelamente, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha respinto le richieste di cessate il fuoco avanzate da alcune potenze occidentali, sottolineando che “Israele ha iniziato la guerra, deve smettere per primo”, posizione che contribuisce ad alimentare ulteriormente la tensione regionale.
In questo scenario, la minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano rimane un punto centrale per la strategia di sicurezza di Israele, che Netanyahu definisce non negoziabile. Il primo ministro israeliano, con un’esperienza politica che lo ha visto al governo per lunghi periodi dal 1996 ad oggi, mantiene una linea dura e determinata, in un momento in cui la regione è attraversata da conflitti e complessi giochi diplomatici.