Questa notte l’Israel Defense Forces (IDF) ha colpito il centro di ricerca e sviluppo per il progetto di armi nucleari dell’Iran: i dettagli
Durante la notte, l’esercito israeliano (IDF) ha condotto una vasta operazione militare aerea su Teheran, colpendo decine di obiettivi strategici nella capitale iraniana. Tra gli obiettivi bombardati, vi è il cosiddetto “centro di ricerca e sviluppo per il progetto di armi nucleari dell’Iran”, come dichiarato in un comunicato ufficiale dall’IDF.
Attacchi mirati a Teheran da parte dell’IDF
L’Idf ha reso noto che più di 60 aerei da combattimento hanno preso parte agli attacchi, focalizzati su siti industriali militari per la produzione di missili e sul quartier generale dello Spnd, l’organizzazione iraniana responsabile della ricerca e sviluppo del programma nucleare militare. In particolare, sono stati colpiti anche siti di produzione di componenti essenziali per il programma di armi nucleari del regime iraniano, oltre a installazioni legate ai missili balistici.
Il portavoce dell’esercito israeliano ha sottolineato che l’azione dell’IDF ha riguardato “decine di obiettivi nel cuore di Teheran”, con l’obiettivo di neutralizzare capacità militari e tecnologiche ritenute strategiche per l’Iran.
Contesto internazionale e tensioni in Medio Oriente
L’attacco israeliano si inserisce in un contesto di alta tensione regionale, caratterizzato da ripetuti lanci di missili iraniani verso Israele e da una serie di scontri e raid reciproci. Nelle ultime settimane, l’Aeronautica militare israeliana ha intercettato diversi droni lanciati dall’Iran, mentre l’Iran ha rivendicato attacchi missilistici “successivi e devastanti” contro obiettivi israeliani.
Parallelamente, dalla scena diplomatica internazionale arrivano appelli a una soluzione pacifica: il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che restano “due settimane per una soluzione diplomatica” della crisi, in vista di incontri a Ginevra tra rappresentanti europei e iraniani. Tuttavia, la Casa Bianca ha fatto sapere che deciderà entro due settimane se intervenire militarmente.
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ribadito che Israele non ha piani per un cambio di regime in Iran né per l’eliminazione del leader supremo, l’ayatollah Ali Khamenei, ma l’obiettivo rimane fermo: fermare il programma nucleare iraniano. Nel frattempo, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele continuerà la campagna militare per distruggere tutte le installazioni nucleari iraniane, incluse quelle sotterranee di Fordo, ritenute tra le più protette al mondo.
Le tensioni si riflettono anche sui mercati globali: il prezzo del petrolio e dell’oro è in aumento a seguito degli ultimi attacchi, con impatti economici che si aggiungono al costo militare già elevato per Israele, il cui bilancio della guerra supera decine di miliardi di dollari.