Alberto Stasi ha ricevuto la semilibertà, come decretato dal Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007 a Garlasco, potrà svolgere attività di reinserimento sociale
Alberto Stasi, il 41enne condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi, ha ottenuto la semilibertà. Questa decisione, presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, rappresenta un passo significativo nella vita dell’ex studente di giurisprudenza. La condanna, emessa nel 2015, ha segnato una pagina drammatica nella cronaca italiana, poiché il delitto avvenne nel 2007 a Garlasco, un comune in provincia di Pavia, attirando l’attenzione dei media.
La semilibertà e il percorso di reinserimento
La semilibertà consentirà a Stasi di lasciare il carcere durante il giorno per intraprendere attività lavorative e partecipare a percorsi di reinserimento sociale. Ogni sera, però, dovrà rientrare nel penitenziario di Bollate. Questa misura riflette un tentativo di favorire il recupero dell’individuo, un approccio sempre più adottato nel sistema penale italiano, che mira a bilanciare giustizia e riabilitazione.
Valutazione del comportamento in carcere
Durante il processo di sorveglianza, i magistrati hanno valutato diversi fattori, incluso il comportamento di Stasi in carcere e la sua volontà di partecipare a programmi di educazione e lavoro. In passato, la sua figura è stata oggetto di dibattito pubblico, con sostenitori che evidenziavano il suo desiderio di reintegrarsi nella società e detrattori che ricordavano la brutalità del crimine commesso.
Reazioni contrastanti alla decisione
L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto in circostanze che hanno sollevato interrogativi e polemiche, ha lasciato un segno indelebile nella comunità locale e ha alimentato discussioni su giustizia e pena. La decisione del tribunale di concedere la semilibertà è stata accolta con reazioni contrastanti: da un lato, chi auspica una seconda possibilità per Stasi, dall’altro chi teme che ciò possa sminuire la gravità del reato commesso.
Le motivazioni dei giudici
Alberto Stasi in carcere a Bollate da più di 10 anni ha tenuto “un comportamento in linea con l’accettazione della condanna” definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio di Chiara Poggi, di cui ha sempre negato ogni responsabilità, e “ha sempre manifestato empatia e sofferenza verso” la vittima. Lo scrive il Tribunale di Sorveglianza di Milano nel provvedimento con cui ha concesso a Stasi il beneficio della semilibertà.