Adelaide, 26 giugno 2025 – Nel cuore arido dell’outback australiano, un evento naturale raro sta trasformando il paesaggio desertico in un’oasi vibrante di vita, richiamando non solo animali ma anche un crescente numero di turisti da tutto il mondo. Le immagini satellitari rivelano grandi macchie di blu e verde che si diffondono e si mescolano alla terra secca, delineando la rinascita di un vero e proprio mare interno nel deserto.
La rinascita di Kati Thanda-Lake Eyre
Il protagonista di questo fenomeno è Kati Thanda-Lake Eyre, un lago effimero che si estende per 3.668 miglia quadrate nel deserto del South Australia. Nonostante il nome, il lago è raramente pieno d’acqua, ricevendo in media appena 14 centimetri di pioggia all’anno. Questo bacino salato, in condizioni normali, si presenta come un’enorme distesa di sale, ma quando si riempie diventa il più vasto lago d’acqua dolce dell’Australia e uno degli ecosistemi più straordinari del continente.
L’ultima grande piena di Kati Thanda risale al 1974, mentre negli ultimi 160 anni il lago si è riempito completamente solo quattro volte. Quest’anno, a seguito del ciclone tropicale Alfred che ha scaricato piogge intense nell’entroterra del Queensland a marzo, le acque stanno nuovamente raggiungendo il lago, segnando un evento eccezionale e molto atteso.
Due principali corsi d’acqua alimentano il lago: il fiume Georgina-Diamantina, che ha iniziato a riempire la parte nord del lago all’inizio di maggio, e il più imponente Cooper Creek, che può raggiungere una larghezza di 60-80 chilometri durante le piene e che probabilmente raggiungerà il lago entro ottobre.
Un’esplosione di vita e turismo
L’arrivo dell’acqua trasforma radicalmente l’ecosistema desertico in un habitat ricco e vitale. Il biologo conservazionista Richard Kingsford dell’Università del New South Wales sottolinea come questo evento sia un’opportunità scientifica unica: “Le acque correnti in un deserto così arido attirano uccelli acquatici, pesci e mammiferi, e nei mesi successivi fioriscono tappeti di fiori selvatici.”
In particolare, specie rare e a rischio come il mulgara crestato e il topo saltatore scuro trovano in questo ambiente temporaneamente rigoglioso un’occasione per riprodursi e prosperare. Uccelli come pellicani, pantane e altri volatili migratori arrivano da distanze incredibili, persino da Cina e Giappone, per approfittare di questa improvvisa abbondanza d’acqua.
L’evento porta anche un boom turistico senza precedenti. Marree, una piccola cittadina a sud del lago, è diventata il punto di partenza per escursioni aeree organizzate da compagnie come Arid Air, che offre voli panoramici sul lago con piccoli aerei Cessna. Secondo l’operatore Phil van Wegen, “il deserto è vasto, in continua trasformazione e spettacolare, e la facilità di accesso da Adelaide lo rende una meta ambita per chi cerca esperienze uniche.”
Tuttavia, il crescente afflusso di visitatori ha portato anche a sfide di gestione. A febbraio, il governo del South Australia ha introdotto un divieto di camminare sul letto del lago per proteggere la fragile crosta salina e prevenire incidenti in un’area remota, oltre a rispettare le pratiche culturali del popolo Arabana, che considera il lago sacro. Nonostante ciò, la mancanza di segnaletica adeguata ha spinto molti visitatori a ignorare la restrizione, spingendo le autorità a programmare interventi per migliorare la comunicazione e le infrastrutture.
La protezione e la conservazione dell’ecosistema
A sorvegliare la delicatezza di questo ambiente naturale ci sono conservazionisti come Annemarie van Doorn e Luke Playford, responsabili della riserva faunistica Kalamurina, una vasta area di 679.667 ettari gestita dall’Australian Wildlife Conservancy sulla sponda orientale del lago. Vivendo in queste aree remote, i due sono isolati per mesi durante le piene, quando le strade diventano impraticabili e l’unico collegamento con il mondo esterno è garantito dal Royal Flying Doctor Service.
Van Doorn descrive con stupore la solitudine e la purezza del deserto: “Nessun inquinamento luminoso, nessun rumore, solo la natura incontaminata e la presenza di dingo che camminano sulle dune.” Nonostante le condizioni estreme, con temperature che possono raggiungere i 48 gradi Celsius, la loro missione è proteggere l’ecosistema da minacce come specie invasive, tra cui cinghiali selvatici e cammelli, che possono danneggiare la flora e la fauna locali.
Playford evidenzia l’importanza di questo evento naturale, definendolo “il più grande alluvione degli ultimi cinquant’anni e, a differenza di molti fenomeni recenti, non è indotto dal cambiamento climatico.” Questo rende la piena di Kati Thanda un’occasione speciale per studiare il ciclo naturale del deserto e per nutrire speranze di conservazione.
Il contesto geografico e storico di Lago Eyre
Situato a circa 15 metri sotto il livello del mare, il lago Eyre è la depressione più profonda dell’Australia Meridionale e rappresenta il punto focale di un bacino idrografico che si estende per oltre 1,14 milioni di chilometri quadrati. Il lago è alimentato da tre principali immissari: i fiumi Finke, Diamantina e Cooper Creek, ma non ha emissari, il che significa che l’acqua evapora rapidamente, lasciando dietro di sé strati di sale e croste saline.
La sua formazione è il risultato di processi geologici iniziati nel Cretaceo e proseguiti durante il Terziario e il Pleistocene, con sedimentazioni saline ancora attive. La zona è stata scoperta nel 1840 da Edward John Eyre e da allora è stata al centro di numerosi studi e spedizioni, tra cui quella di Donald Campbell nel 1964, che tentò di battere il record di velocità terrestre proprio sulle sue distese salate.
Lago Eyre si divide in due parti, settentrionale e meridionale, collegate dal canale Goyder, e durante la stagione secca il livello dell’acqua cala fino a frammentarsi in numerosi stagni isolati. La crosta salina varia da 10 a 40 centimetri di spessore e ricopre fanghiglia organica, formando vere “focacce di sale” di color bianco e rosa.
La sua rarità e bellezza attirano appassionati di natura e di vela, come il Lake Eyre Yacht Club, che organizza navigazioni solo durante le inondazioni.