Donald Trump incontenibile sulla questione dazi. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato che i paesi esteri lo stanno chiamando “baciandogli il c…” pur di trovare un accordo
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rilasciato dichiarazioni provocatorie durante una cena con membri del Congresso repubblicano, affermando che numerosi leader stranieri stanno cercando di raggiungere accordi commerciali in seguito all’innalzamento dei dazi. Le nuove tariffe, che superano il 10%, entrano in vigore oggi, 9 aprile 2025, e riguardano praticamente tutte le nazioni.
L’interesse globale per gli accordi commerciali
Trump ha descritto l’interesse degli altri paesi a negoziare come un segno della forza economica americana, affermando: “I paesi ci stanno chiamando per baciarmi il sedere. Muoiono dalla voglia di fare un accordo”. Questa affermazione riflette la sua strategia di utilizzare i dazi come strumento di pressione nelle relazioni commerciali internazionali. Durante il suo intervento, il presidente ha messo in evidenza come i leader globali abbiano contattato la Casa Bianca implorando per trattative, sottolineando la sua posizione di forza.
Le critiche al Congresso
Inoltre, Trump ha lanciato una critica ai membri del Congresso che suggeriscono che le trattative commerciali dovrebbero essere gestite dall’organo legislativo. “Credono che dovrebbe essere il Congresso a negoziare. Statemi a sentire, voi non negoziate come so fare io”, ha affermato, insinuando che la sua esperienza e il suo approccio diretto siano più efficaci. Questa posizione ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di potere tra il ramo esecutivo e quello legislativo negli Stati Uniti, specialmente in un contesto di crescente tensione commerciale.
Tariffe sulle aziende farmaceutiche
Guardando al futuro, Trump ha annunciato l’intenzione di imporre tariffe anche alle aziende farmaceutiche americane che producono all’estero. “Annunceremo a breve tariffe rilevanti. Siamo un grande mercato, questo è il vantaggio che abbiamo”, ha affermato, indicando un chiaro intento di riportare la produzione negli Stati Uniti e di ridurre la dipendenza dalle forniture estere, in particolare dalla Cina.
Queste dichiarazioni si inseriscono in un contesto globale di crescente protezionismo e tensioni commerciali. Con le tariffe che iniziano a entrare in vigore, il mondo osserva con attenzione come queste misure influenzeranno non solo l’economia americana, ma anche le relazioni commerciali internazionali. Le conseguenze di queste politiche potrebbero essere significative, influenzando le catene di approvvigionamento globali e la competitività delle aziende statunitensi nel mercato mondiale.