Sanaa, 19 ottobre 2025 – L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha reso noto che 20 dei suoi dipendenti sono attualmente trattenuti contro la loro volontà dai ribelli Houthi nella capitale yemenita, Sanaa. La notizia giunge un giorno dopo un’irruzione effettuata dai ribelli all’interno degli edifici dell’ONU nel Paese devastato da anni di conflitto.
La detenzione del personale Onu
Secondo la dichiarazione di Jean Alam, portavoce del coordinatore residente delle Nazioni Unite in Yemen, sono 5 i membri dello staff nazionale e 15 quelli internazionali trattenuti negli edifici Onu a Sanaa. Questo episodio si inserisce nel contesto di una guerra civile che dal 2014 ha trasformato lo Yemen in una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, con oltre 110.000 vittime e milioni di sfollati.
Gli Houthi, noti anche come Ansar Allah, sono un gruppo armato di orientamento sciita zaydita, con radici nel nord dello Yemen e stretti legami con l’Iran. Attivi dal 1994, hanno assunto un ruolo centrale nella guerra civile yemenita, controllando gran parte della capitale e di altre regioni chiave. Il movimento è noto per le sue azioni militari, inclusi attacchi missilistici e il blocco di infrastrutture strategiche, oltre a essere accusato di gravi violazioni dei diritti umani.
La posizione degli Houthi e le tensioni internazionali
Gli Houthi si definiscono “Partigiani di Dio” e si pongono come difensori della comunità zaydita, spesso emarginata nel Paese. Negli ultimi anni hanno intensificato la loro opposizione contro il governo yemenita riconosciuto a livello internazionale e la coalizione guidata dall’Arabia Saudita, sostenendo inoltre campagne contro Israele e Stati Uniti nel contesto delle tensioni mediorientali.
Il recente trattenimento del personale Onu rappresenta un grave ostacolo per le attività umanitarie e diplomatiche nel Paese, complicando ulteriormente i tentativi di negoziazione e di cessate il fuoco promossi a livello internazionale. L’ONU continua a monitorare la situazione e a chiedere il rilascio immediato dei suoi dipendenti per poter proseguire gli sforzi di assistenza alla popolazione yemenita.






