San Paolo, 14 maggio – L’avvocatessa italiana-brasiliana Renata Bueno dichiara che l’obbligo di un certificato di conoscenza della lingua italiana B1 per gli italo-discendenti che richiedono la cittadinanza italiana è incostituzionale. Secondo il senatore Roberto Mania di Fratelli d’Italia, anche chi ha già la cittadinanza deve dimostrare la conoscenza linguistica, rischiando il ritiro del passaporto. Bueno sottolinea l’impossibilità pratica di far sostenere test a 6 milioni di persone e annuncia che, sebbene inizialmente cercasse un dialogo, ora la situazione si fa seria, definendo il decreto legge pessimo
La questione della cittadinanza italiana per gli italo-discendenti si fa sempre più complessa, soprattutto con l’introduzione di un emendamento che richiede un certificato di conoscenza della lingua italiana di livello B1. Questo provvedimento, proposto dal senatore Roberto Mania di Fratelli d’Italia, è stato definito “incostituzionale” da Renata Bueno, avvocato ed ex deputata italo-brasiliana. La sua dichiarazione mette in luce le difficoltà che affrontano circa sei milioni di italiani nel mondo, i quali, secondo Bueno, non dovrebbero essere costretti a dimostrare la loro conoscenza della lingua per mantenere la cittadinanza.
Il test di lingua per la cittadinanza è infattibile?
La richiesta di un test di lingua per gli italo-discendenti è vista come un ostacolo irrealizzabile. “Come possiamo chiedere a milioni di persone di affrontare un esame di italiano quando i consolati già faticano a gestire le attuali richieste di cittadinanza?”, ha affermato Bueno.
Il provvedimento ha scatenato un acceso dibattito tra gli italiani all’estero, che percepiscono questa misura come una minaccia ai loro diritti e alla loro identità culturale. Diverse associazioni di italiani nel mondo si sono unite per opporsi a questa richiesta, sostenendo che il legame con l’Italia non dovrebbe essere messo in discussione da requisiti linguistici che sembrano più burocratici che sostanziali.
La posizione della comunità italo-brasiliana
La situazione è particolarmente critica in Brasile, dove la comunità italo-brasiliana è numerosa e attivamente coinvolta nel dibattito. Bueno ha cercato di avviare un dialogo costruttivo con vari senatori, ma ha concluso che la situazione è diventata insostenibile. “D’ora in poi sarà guerra, perché il decreto legge è pessimo”, ha affermato, esprimendo la frustrazione di molti italo-discendenti.
La questione della cittadinanza per discendenza continua a sollevare interrogativi e a generare tensioni all’interno della diaspora italiana. È fondamentale trovare un equilibrio che rispetti i legami storici e culturali degli italiani all’estero, evitando di imporre ostacoli insormontabili e garantendo il diritto di mantenere la propria identità senza barriere linguistiche.