Bruxelles, 18 ottobre 2025 – Oltre cento leader europei sono stati denunciati per crimini contro l’umanità in relazione alla gestione dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale. La denuncia è stata depositata alla Corte Penale Internazionale (CPI) da un gruppo di avvocati, guidati da Omer Shatz e Juan Branco, che hanno presentato un documento di oltre 700 pagine ricco di prove raccolte in sei anni di indagini approfondite.
Un dossier dettagliato su crimini e complicità verso i migranti
Il dossier, frutto di un lavoro condotto con il supporto della clinica International Law in Action di Sciences Po Paris, si basa su interviste a 77 alti funzionari europei, verbali riservati di riunioni del Consiglio Ue e numerose relazioni confidenziali. Nel periodo tra il 2015 e il 2025, più di 25.000 richiedenti asilo sono morti nel Mediterraneo centrale, mentre oltre 150.000 migranti sono stati deportati con la forza in Libia, dove sono stati oggetto di detenzione, tortura, violenze sessuali e riduzione in schiavitù.

Nel documento sono elencati 122 funzionari europei accusati di aver collaborato alla commissione di questi crimini, tra cui figurano figure di spicco come gli ex premier italiani Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte, ex ministri degli Interni come Angelino Alfano, Marco Minniti e Matteo Salvini, nonché l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron.
Le implicazioni legali e politiche della denuncia
Gli avvocati Shatz e Branco sottolineano come queste violazioni sistematiche siano state perpetrate in conformità con le politiche dell’Unione Europea che miravano a bloccare a ogni costo l’arrivo dei migranti in Europa. Già nel 2019 era stato presentato un caso simile alla CPI, evidenziando una continuità nelle azioni degli Stati europei ritenute responsabili.
Omer Shatz ha inoltre criticato la posizione di alcuni governi, tra cui quello italiano, accusati di ostacolare la giustizia internazionale, in particolare attraverso la controversa gestione di casi come quello di Almasri, un sospettato di crimini in Libia. Secondo Shatz, tali atteggiamenti minano la credibilità e l’efficacia della Corte Penale Internazionale e compromettono l’ordine internazionale basato sul rispetto dei diritti umani.
La denuncia rappresenta un segnale forte nel dibattito europeo sulla gestione delle migrazioni e rilancia il tema delle responsabilità politiche e giudiziarie in un contesto di emergenza umanitaria che continua a mietere vittime nel Mediterraneo.






