Svolta nell’omicidio di Vittorio Boiocchi, ex capo della curva Nord interista, assassinato il 29 ottobre 2022 a Milano. La Squadra mobile ha arrestato sei presunti colpevoli. Le indagini, avviate dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, si basano su dichiarazioni di Andrea Beretta, già detenuto
La tragica vicenda legata all’omicidio di Vittorio Boiocchi, noto capo della curva Nord interista, ha fatto un passo avanti significativo con l’arresto di sei individui. Boiocchi è stato assassinato il 29 ottobre 2022, colpito da proiettili sparati da due uomini in moto davanti alla sua abitazione a Milano. L’operazione di oggi, condotta dalla Squadra mobile, si basa su un’ordinanza di custodia cautelare emessa dai magistrati Paolo Storari e Sara Ombra, i quali hanno coordinato le indagini.
Gli arresti e le indagini
Le autorità hanno fatto sapere che gli arrestati sono ritenuti responsabili del delitto e che le indagini hanno beneficiato di importanti riscontri. Tra le fonti di prova, spicca la collaborazione di Andrea Beretta, uno degli arrestati, che ha fornito dettagli cruciali durante gli interrogatori. Beretta è già noto alle forze dell’ordine: è l’ex leader della Curva Nord e si trova in carcere dal 4 settembre, accusato di aver ucciso Antonio Bellocco, un esponente della cosca di ‘ndrangheta a lui collegata.
Un contesto di violenza
Le indagini hanno rivelato una rete complessa di rapporti tra gli ultras e i gruppi criminali. L’omicidio di Boiocchi non è solo un fatto di cronaca nera, ma si inserisce in un contesto più ampio di violenza e conflitti tra fazioni che caratterizzano il tifo calcistico milanese. La curva interista si è trovata al centro di una spirale di violenza che ha coinvolto anche la criminalità organizzata.
L’intervento delle forze dell’ordine
L’operazione di oggi non è isolata, ma si inserisce in un più ampio intervento delle forze dell’ordine contro il tifo violento. Solo pochi mesi fa, un maxi blitz ha portato all’arresto di altri capi ultras e membri delle curve di San Siro, segno che la situazione è sotto costante osservazione. Le autorità stanno cercando di arginare un fenomeno che, oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza pubblica, danneggia l’immagine del calcio italiano.