Roma, 21 ottobre 2025 – Le organizzazioni sindacali rappresentative delle forze di polizia e delle forze armate hanno espresso dure critiche nei confronti della legge di bilancio 2026, sottolineando l’assenza di risorse dedicate al Comparto sicurezza e difesa. I sindacati denunciano la mancanza di interventi concreti su temi fondamentali quali le nuove assunzioni, il rinnovo dei contratti e il riconoscimento delle specificità del settore, in un contesto di aumento dell’età pensionabile.
Sindacati in allarme per la legge di bilancio 2026
Secondo i rappresentanti di polizia e militari, la bozza della legge di bilancio dimostra una grave disattenzione nei confronti delle Forze dell’ordine. In particolare, è fortemente contestato l’articolo 42, che prevede un incremento dell’età pensionabile di tre mesi nel 2026 e di quattro mesi nel 2027. I sindacati evidenziano come questo provvedimento sia un “paradosso” considerato il logoramento psicofisico del personale impegnato in attività ad alta operatività.

Inoltre, nessuna misura è prevista per fronteggiare il calo degli organici: mancano stanziamenti per assunzioni straordinarie e non è prevista la copertura integrale dei pensionamenti, con un limite fissato al 75%. Nel 2026 si prevede così una perdita di circa 1.300 agenti, aggravando ulteriormente un vuoto di oltre 10.000 unità. A sottolineare queste criticità sono i segretari generali di Sap, Coisp, Fsp Polizia e Silp Cgil, Stefano Paoloni, Domenico Pianese, Valter Mazzetti e Pietro Colapietro.
Anche Giuseppe Tiani del Siap e Enzo Letizia dell’Anfp lamentano la mancanza di risorse per il rinnovo del contratto della dirigenza di polizia e per il fondo previdenziale dedicato al personale. Posizioni analoghe arrivano dal Conapo, sindacato dei Vigili del Fuoco, che sottolinea l’assenza di interventi per il rafforzamento degli organici e per il riconoscimento della specificità del lavoro.
Le risposte delle istituzioni
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha cercato di rassicurare il personale in divisa, riconoscendo come certi temi abbiano “giustamente allarmato” ma confermando “la sincerità degli impegni in corso di manovra” offerti dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e dai colleghi Piantedosi e Nordio. Crosetto ha esortato a evitare “sterili polemiche”.
Anche il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha preso posizione, annunciando un confronto con Giorgetti e ribadendo che “per noi casa e forze dell’ordine sono la priorità”. Anche se i fatti dimostrano il contrario.
Sul fronte militare, l’Unione Sindacale Militare Interforze Associati (Usmia) ha richiesto l’apertura urgente di un tavolo di confronto con il ministro della Difesa e la presidenza del Consiglio per discutere sei priorità: previdenza sostenibile, detassazione uniforme, riordino equo delle carriere, piena applicazione della legge 46/2022, sostegno al benessere del personale e parametrazione retributiva dei volontari del Comparto Difesa.
Le tensioni tra il governo e le rappresentanze sindacali delle forze dell’ordine e delle forze armate restano dunque alte, con una legge di bilancio che, secondo i sindacati, non risponde adeguatamente alle esigenze di un comparto strategico per la sicurezza nazionale. Militari, carabinieri e poliziotti vengono spesso esaltati per il loro lavoro dal governo Meloni. Ma, considerando i fatti, il supporto si ferma solo alle parole.






