Ingresso con minore non è favoreggiamento all’immigrazione illegale
Una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha attirato l’attenzione sui diritti dei migranti, stabilendo un importante precedente riguardo ai casi di ingresso irregolare in Europa. Il presidente della Corte di Giustizia Ue, Koen Lenaerts, ha chiarito che quando un cittadino di un Paese terzo entra irregolarmente nell’Unione Europea accompagnato da un minore di cui ha la custodia, tale comportamento non può essere considerato favoreggiamento all’immigrazione illegale. L’emissione di questa pronuncia è avvenuta nell’ambito del procedimento a seguito di un rinvio pregiudiziale presentato dal Tribunale di Bologna nel luglio del 2023, in relazione al caso di una donna congolese che nel 2019 aveva tentato di entrare in Italia con due minori, utilizzando passaporti falsi.
La storia di una donna in cerca di protezione
La storia di questa donna è emblematico di una realtà complessa. Fuggita dal Congo dopo aver ricevuto minacce dal suo ex compagno, ha portato con sé sua figlia e sua nipote, temendo per la loro sicurezza. La Corte di Giustizia ha dovuto considerare se la Direttiva 2002/90, relativa al favoreggiamento dell’immigrazione illegale, fosse compatibile con i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei Diritti dell’Unione Europea. La Corte ha risposto affermativamente, sottolineando che l’assistenza umanitaria non deve essere punita, riconoscendo così la responsabilità genitoriale e il diritto alla vita familiare.
Un contesto di dibattito sui diritti dei migranti
La sentenza si inserisce in un contesto più ampio di dibattito sui diritti dei migranti, un tema che ha suscitato forti polemiche negli ultimi anni. La Corte ha stabilito che un genitore, nel suo ruolo di tutore, ha un obbligo legato alla responsabilità personale nei confronti dei minori, in conformità con i diritti fondamentali. Questo implica che, in caso di ingresso irregolare, non si può considerare il genitore colpevole se l’intento è quello di proteggere i minori.
La posizione dei richiedenti asilo
Inoltre, la Corte ha chiarito che un richiedente asilo non può essere considerato in posizione irregolare fino a che non venga presa una decisione sulla sua domanda di asilo. Questo è un aspetto cruciale, poiché implica che le persone in cerca di protezione non possono essere penalizzate per la loro condizione, né per il fatto di essere entrati irregolarmente nel territorio dell’Unione accompagnati da minori.
Questa sentenza rappresenta un passo significativo verso una maggiore tutela dei diritti dei migranti e sottolinea l’importanza di considerare le circostanze umane dietro ogni caso di immigrazione. La Corte di Giustizia ha quindi ribadito che la protezione dei diritti fondamentali deve prevalere su considerazioni di carattere meramente legale riguardanti l’immigrazione. È un invito a riflettere sulle politiche di accoglienza e sull’importanza di un approccio umano nei confronti delle persone che fuggono da situazioni di pericolo.