Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, ha espresso su Facebook il suo pensiero sul fallimento del referendum: le sue parole
In un’analisi impietosa della recente tornata referendaria, Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei e esponente di Fratelli d’Italia, ha messo in luce il fallimento dell’opposizione nel mobilitare l’elettorato, che ha lasciato le urne desolatamente vuote. Foti ha dichiarato su Facebook: “Le hanno tentate tutte, persino strumentalizzando le tragiche vicende di Gaza”, riferendosi alla strategia dell’opposizione di trasformare i referendum in un giudizio sul governo Meloni. Il risultato è stato chiaro: oltre due terzi degli italiani non si sono presentati alle urne, segnando una sconfitta per i partiti di opposizione.
Un “schiaffo” per l’opposizione al referendum
Foti ha descritto questo esito come uno “schiaffo” per la coalizione che si era unita contro la premier Giorgia Meloni. Secondo lui, il tentativo di sfruttare i referendum come un’opportunità di riscatto politico si è trasformato in un “campo minato”, evidenziando la miopia elettorale di chi ha sperato in una mobilitazione popolare contro il governo. Dopo mesi di attesa, i membri dell’opposizione si trovano ora a dover affrontare una realtà inaspettata: l’incapacità di attrarre voti e l’assenza di un sostegno popolare significativo.
L’illusione di Maurizio Landini
Particolare attenzione è stata riservata a Maurizio Landini, segretario della CGIL, il quale si era illuso di poter capitalizzare su questa occasione per rafforzare la propria posizione e quella del sindacato. Foti ha messo in evidenza come Landini, abituato a essere in minoranza, abbia raccolto solo ulteriori sconfitte, mentre cercava di “battere il cinque” con i referendum. L’ironia della situazione è che, mentre l’opposizione si aspettava una vittoria, è stata costretta a fare i conti con una realtà ben diversa, che ha visto gli italiani disertare le urne come segno di rifiuto delle loro proposte.
Riconsiderare le strategie
Questa situazione riflette non solo una disaffezione rispetto all’opposizione, ma anche un profondo disinteresse verso un sistema politico che, agli occhi di molti, appare sempre più distante dalle reali esigenze della popolazione. La sfida per l’opposizione è ora quella di riconsiderare le proprie strategie e di riconnettersi con l’elettorato, prima che le urne future possano riservare loro un destino simile.