ROMA, 27 MAG – La premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di contestare l’attuale approccio alla transizione energetica durante l’Assemblea di Confindustria, sottolineando come esso abbia causato danni senza apportare i benefici ambientali attesi. Ha criticato la scelta dell’Europa di forzare una transizione all’elettrico, evidenziando il controllo cinese sulle filiere
Nel corso dell’Assemblea di Confindustria a Bologna, la Premier Giorgia Meloni ha messo in luce l’importanza di rivedere l’approccio ideologico alla transizione energetica. Ha criticato le scelte dell’Unione Europea, ritenendole dannose per il sistema produttivo e incapaci di portare i benefici ambientali promessi. La sua dichiarazione, avvenuta il 27 maggio 2025, ha generato un acceso dibattito sulla direzione della politica energetica europea.
Critiche alla direzione dell’Unione Europea
Meloni ha sollevato preoccupazioni riguardo alla politica energetica dell’Unione Europea, definendola “forzata”. Secondo la Premier, le attuali scelte favoriscono tecnologie controllate da paesi come la Cina, creando una dipendenza tecnologica che mette a rischio l’industria europea, già provata da una congiuntura economica incerta. Ha citato esperti come Orsini, il quale sostiene che le tecnologie non possono essere cambiate semplicemente attraverso normative. Meloni ha sottolineato l’importanza di un approccio più pragmatico e meno ideologico, affermando: “Ha ragione Orsini quando dice che una tecnologia non si cambia per norma”.
Le conseguenze per l’industria italiana
I commenti di Meloni si inseriscono in un contesto di crescente insoddisfazione tra gli imprenditori italiani riguardo alle politiche ambientali europee. Secondo i dati forniti da Confindustria, il 2024 ha visto una crescita stagnante del PIL italiano, con un incremento previsto dello 0,6% per il 2025. I costi dell’energia continuano a gravare sulle aziende, alimentando le preoccupazioni sulla competitività dell’industria italiana. Le normative ambientali attuali, secondo molti industriali, non considerano le specificità locali, rischiando di compromettere ulteriormente la competitività.
Un appello alla revisione delle normative
Meloni ha invitato a riflessioni più profonde sulla sostenibilità delle politiche attuali, proponendo di rivedere le normative per garantire un equilibrio tra sostenibilità economica e ambientale. Le sue parole hanno trovato eco tra le associazioni di categoria, che chiedono un maggiore dialogo con le istituzioni europee per evitare che le scelte politiche compromettano la competitività delle imprese italiane. In un clima di crescente attivismo imprenditoriale, Meloni ha auspicato un cambio di rotta, sperando che le autorità europee possano ascoltare le esigenze del settore produttivo e adottare misure che favoriscano una transizione energetica più giusta e sostenibile, evitando di penalizzare le industrie europee in favore di un approccio ideologico che ha dimostrato di essere fallimentare.