Il governo rafforza i controlli sui finanziamenti pubblici al cinema, puntando su criteri più rigorosi e norme di trasparenza per sostenere il settore culturale italiano.
Roma, 5 luglio 2025 – Il governo italiano guidato dalla premier Giorgia Meloni conferma la volontà di fare chiarezza e di agire con fermezza sul tema dei fondi pubblici destinati al cinema e all’audiovisivo, dopo le recenti polemiche emerse sul caso Kaufmann, che ha riacceso i riflettori su possibili irregolarità nel sistema di finanziamento pubblico.
Lo scontro contro gli sprechi nel cinema italiano
“Sul caso dei fondi pubblici al cinema, il governo intende andare fino in fondo. È arrivato il momento di mettere la parola fine a sprechi, anomalie e irregolarità”, ha dichiarato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un post su Facebook, rilanciando il suo intervento video al forum in Masseria. La premier ha sottolineato che l’azione si svolge “con determinazione, nel rispetto di chi lavora seriamente e per il bene del cinema italiano, che merita trasparenza, qualità e responsabilità”.
Il riferimento esplicito è al caso Kaufmann, descritto da Meloni come “l’epilogo più drammatico e scandaloso di un sistema legato al tax credit e al sostegno pubblico al cinema e all’audiovisivo”. Secondo la premier, negli anni il sistema ha prodotto vere e proprie truffe, creando un meccanismo distorto in grado di finanziare con milioni di euro provenienti dalle tasse dei cittadini film che, in sala, hanno guadagnato solo poche decine di migliaia di euro, mentre nel frattempo venivano pagati cachet milionari a registi e attori.
Il caso Kaufmann e il contesto culturale
Il caso Kaufmann, ispirato a una vicenda storica realmente accaduta, rappresenta un esempio emblematico di come il mondo della cultura possa essere coinvolto in controversie legate a finanziamenti e gestione delle risorse pubbliche. L’opera teatrale “Il caso Kaufmann”, adattamento del romanzo di Giovanni Grasso, racconta la drammatica storia di Leo Kaufmann, un anziano ebreo condannato a morte nel 1941 a Monaco di Baviera per “inquinamento razziale”. La rappresentazione teatrale, con Franco Branciaroli nel ruolo di Kaufmann, ha ottenuto grande successo e attenzione, contribuendo a mantenere vivo il dibattito sulla legalità e sull’etica nel settore culturale.
Questa vicenda si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla necessità di trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi pubblici destinati al cinema italiano, tema che la premier Meloni ha posto al centro dell’agenda politica del suo governo. La sua esperienza politica, iniziata negli anni ’90 e consolidata nella guida di Fratelli d’Italia dal 2014 fino al ruolo di presidente del Consiglio dal 2022, testimonia un impegno costante nel promuovere una governance più rigorosa e attenta alle esigenze del paese, anche nel settore culturale.