Tel Aviv, 22 giugno 2025 – La tensione in Medio Oriente si acuisce dopo recenti sviluppi che coinvolgono il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniano e il movimento Houthi nello Yemen. In un contesto già segnato da conflitti regionali e scontri diplomatici, si registrano minacce dirette agli Stati Uniti e dichiarazioni bellicose da parte delle fazioni coinvolte, con possibili ripercussioni sulla stabilità dell’intera area.
Guardiani della Rivoluzione: “Ora è cominciata la guerra”
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), istituito in Iran nel 1979 e noto anche come pasdaran, ha risposto con un post su X dichiarando che “adesso è iniziata la guerra“. L’IRGC è una forza paramilitare mista con circa 210.000 uomini sotto il comando diretto della Guida Suprema iraniana. Il corpo svolge un ruolo chiave nella difesa della rivoluzione islamica, nella sicurezza nazionale e in operazioni militari regionali, incluse le guerre per procura contro Israele e in Siria.
Il Corpo, che include esercito, marina, aeronautica e forze speciali, è noto per la sua strategia di guerra asimmetrica e per il controllo di milizie come i basiji, composte da volontari in gran parte giovani. La recente escalation segna un possibile nuovo capitolo nei conflitti mediorientali, con l’IRGC che si posiziona come attore centrale nella difesa degli interessi iraniani, anche a costo di un confronto diretto con gli Stati Uniti.
Le minacce degli Houthi e la risposta americana
Uno dei leader degli Houthi, movimento armato yemenita sciita sostenuto dall’Iran, Hazam al-Assad ha lanciato una pesante minaccia contro gli Stati Uniti dopo un attacco americano a siti nucleari iraniani. Il messaggio, diffuso tramite l’account X (ex Twitter), recita: “Washington affronterà le conseguenze“. Gli Houthi, noti anche come Partigiani di Dio, sono attivi dal 1994 e sono parte integrante della complessa guerra civile yemenita, oltre a essere considerati attori nel conflitto per procura tra Iran e Israele.
Parallelamente, gli Stati Uniti hanno deciso di ridurre il personale della loro ambasciata in Iraq per timori di disordini regionali, segno delle crescenti preoccupazioni per la sicurezza nell’area. Gli attacchi statunitensi ai siti iraniani hanno infatti innescato una serie di reazioni da parte dei gruppi paramilitari e militari vicini a Teheran, tra cui i famigerati Guardiani della Rivoluzione.
Il ruolo strategico degli Houthi nello Yemen e le dinamiche regionali
Gli Houthi, che vantano un sostegno iraniano significativo, sono da anni protagonisti di una guerra civile sanguinosa nello Yemen, dove controllano ampie aree, inclusa la capitale Sana’a. Il movimento è accusato da diverse nazioni occidentali e dai paesi del Golfo di violazioni dei diritti umani e di attacchi contro le vie di navigazione marittima nel Mar Rosso, una zona cruciale per il commercio globale.
Negli ultimi mesi, i principali leader anti-Houthi dello Yemen hanno intensificato le richieste di sostegno militare dagli Stati Uniti per contrastare le offensive del movimento. Rashad al-Alimi, presidente del Presidential Leadership Council (PLC) yemenita, e Aidarous al-Zubaidi, leader del Southern Transitional Council (STC), hanno entrambi proposto un coinvolgimento delle forze governative yemenite in operazioni di terra a supporto degli attacchi aerei occidentali. Questo avvicinamento tra fazioni rivali riflette la crescente preoccupazione internazionale per la sicurezza marittima e la volontà di limitare l’influenza iraniana nella regione.
Nonostante gli sforzi internazionali, le offensive degli Houthi non hanno subito rallentamenti significativi, e le azioni militari statunitensi e britanniche non hanno finora convinto il gruppo a cessare le ostilità. Di conseguenza, il governo americano sta valutando la possibilità di fornire addestramento e equipaggiamento alle forze anti-Houthi, una mossa che potrebbe avere un impatto rilevante sullo scenario geopolitico yemenita e mediorientale.
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione: potere e influenza in Iran
Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica rappresenta un’istituzione fondamentale nello Stato iraniano, non solo come forza armata ma anche come potenza economica e politica. Nato per difendere la rivoluzione del 1979, ha progressivamente ampliato il proprio raggio d’azione fino a controllare settori strategici dell’economia e della società iraniana.
Oltre alle operazioni militari convenzionali, il Corpo si occupa di sicurezza interna, controllo delle frontiere e attività di polizia, con una forte attenzione alla guerra asimmetrica. La sua struttura comprende 31 divisioni provinciali decentralizzate, garantendo così una presenza capillare in tutto il paese.
Dal punto di vista militare, dispone di circa 100.000 soldati nell’esercito di terra e 20.000 nella marina, quest’ultima specializzata in tattiche di guerra asimmetrica nel Golfo Persico. La storia del Corpo è segnata da numerosi conflitti, tra cui la guerra Iran-Iraq, la guerra civile libanese, il conflitto in Siria e le tensioni con Israele, che ne hanno forgiato l’esperienza e la reputazione.
Le implicazioni internazionali della crescente tensione
Le recenti dichiarazioni e azioni degli Houthi e dei Guardiani della Rivoluzione si inseriscono in un contesto di crescente instabilità regionale, con possibili ripercussioni sul piano diplomatico e militare. Gli Stati Uniti, che già hanno ridotto il personale diplomatico in Iraq, si trovano ad affrontare una situazione complessa, con limitate opzioni a disposizione per contenere l’espansione dell’influenza iraniana attraverso gruppi proxy come gli Houthi.
La strategia americana sembra orientata verso un aumento del sostegno alle forze anti-Houthi in Yemen, con possibili forniture di armi, addestramento e intelligence, al fine di contrastare efficacemente le minacce alla navigazione internazionale nel Mar Rosso. Tuttavia, questa scelta potrebbe complicare ulteriormente la già fragile situazione politica yemenita e alimentare ulteriori conflitti.
Inoltre, il ruolo dei Guardiani della Rivoluzione come pilastro del regime iraniano rende ogni azione militare o diplomatica particolarmente delicata, con il rischio di escalation che coinvolgerebbe direttamente Teheran in un conflitto aperto con gli Stati Uniti e i loro alleati.