GINEVRA, 13 MAG – Le Nazioni Unite esprimono allerta per l’alto numero di cittadini stranieri espulsi dagli Stati Uniti, in particolare per quelli trasferiti in una mega-prigione in El Salvador. L’Alto Commissario per i diritti umani, Volker Turk, sottolinea gravi preoccupazioni riguardo ai diritti fondamentali e richiama l’attenzione sulle condizioni di detenzione nel Cecot. Diverse corti hanno sospeso le espulsioni legate all’Alien Enemies Act, ma il destino di molti detenuti rimane incerto
Le Nazioni Unite hanno lanciato un allerta riguardo all’elevato numero di cittadini stranieri espulsi dagli Stati Uniti, con particolare attenzione sulle centinaia di individui trasferiti in una mega-prigione in El Salvador. Questo scenario inquietante ha catturato l’attenzione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, che ha espresso preoccupazioni significative sui diritti fondamentali, sia sotto il diritto statunitense che internazionale.
L’ampiezza del fenomeno delle espulsioni
Secondo i dati forniti da fonti governative americane, tra il 20 gennaio e il 29 aprile 2025, ben 142.000 persone sono state espulse dagli Stati Uniti. Questo numero inquietante mette in luce una tendenza preoccupante che potrebbe avere ripercussioni sulla vita di migliaia di individui, molti dei quali cercano sicurezza e protezione. L’azione più controversa è stata l’invocazione da parte del presidente statunitense Donald Trump dell’Alien Enemies Act del 1798. Questa legge, raramente utilizzata nel contesto moderno, è stata applicata per espellere presunti membri della gang venezuelana Tren de Aragua, portando a trasferimenti in condizioni precarie nella prigione Cecot di El Salvador.
Le preoccupazioni legali e umanitarie
La Corte Suprema degli Stati Uniti, insieme a diverse corti inferiori, ha temporaneamente sospeso le espulsioni associate a questa legge, citando preoccupazioni relative al giusto processo. Tuttavia, la situazione rimane critica per almeno 245 venezuelani e circa 30 salvadoregni il cui destino appare incerto. L’Alto Commissariato per i Diritti Umani ha ricevuto segnalazioni da familiari e legali riguardo a oltre 100 venezuelani attualmente detenuti nel Cecot, dove le condizioni di vita sono descritte come estremamente dure.
La risposta della comunità internazionale
La portavoce dell’Alto Commissariato, Liz Throssell, ha sottolineato la gravità della situazione, affermando che le preoccupazioni non riguardano solo le condizioni di detenzione, ma anche il principio stesso della detenzione. L’ufficio dell’Alto Commissariato ha richiesto l’accesso al carcere per garantire che i diritti umani di queste persone siano rispettati e monitorati.
Questa situazione evidenzia le crescenti tensioni tra il governo degli Stati Uniti e le norme internazionali sui diritti umani. La forte risposta della comunità internazionale, in particolare delle Nazioni Unite, sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e rispetto dei diritti delle persone espulse. La questione delle espulsioni di massa e delle loro implicazioni per la dignità umana rappresenta una sfida significativa per la società globale, richiedendo un’attenzione urgente per garantire che i diritti di tutti siano tutelati.