Le galassie satelliti della Via Lattea continuano a sorprendere gli astronomi con nuove scoperte e approfondimenti. Nel 2024, il National Astronomical Observatory of Japan ha identificato due nuove galassie satelliti, Sextans II e Virgo III, che portano a 61 il numero di galassie confermate entro un raggio di circa 1,4 milioni di anni luce dalla nostra. Questo conteggio include le famose Nubi di Magellano, le più note compagne galattiche della Via Lattea.
Nuove simulazioni e galassie invisibili
Secondo le ultime simulazioni ad alta risoluzione realizzate dall’Institute for Computational Cosmology dell’Università di Durham (Regno Unito), il numero totale di galassie satelliti potrebbe essere significativamente più alto. Gli studi prevedono infatti la presenza di tra 80 e 100 galassie satelliti ancora non osservate, probabilmente quasi prive di materia oscura. Questa carenza di materia oscura renderebbe estremamente difficile la loro individuazione, poiché senza l’effetto gravitazionale di questa componente invisibile, le stelle tenderebbero a disperdersi, confondendo la definizione stessa di galassia.
Se tali galassie venissero rilevate, il totale complessivo salirebbe a una forbice tra 140 e 160 galassie satelliti, molto vicino ai valori previsti dal modello cosmologico standard ΛCDM (Lambda Cold Dark Matter). Questo modello ipotizza che la Via Lattea possa avere da 200 a 300 piccole galassie compagne, molte delle quali ancora da scoprire.

Caratteristiche e importanza delle galassie satelliti
Le galassie sono enormi sistemi composti da stelle, gas, polveri e materia oscura, tenuti insieme dalla gravità. Esse si presentano in diverse forme, come galassie ellittiche, a spirale e irregolari, e possono variare enormemente in dimensioni e massa. Le galassie satelliti, in particolare, sono piccole galassie che orbitano attorno a una galassia più grande, come la nostra Via Lattea.
La materia oscura gioca un ruolo fondamentale nella stabilità e nell’identificazione delle galassie: è stimata costituire circa il 90% della massa nelle galassie a spirale, mentre nelle ellittiche può variare tra lo 0 e il 50%. La presenza di materia oscura permette alle galassie di mantenere coese le loro stelle e di essere riconoscibili anche a grandi distanze.
La scoperta e lo studio delle galassie satelliti non solo arricchiscono la nostra comprensione della struttura del nostro Gruppo Locale di galassie, ma forniscono anche importanti dati per testare e migliorare i modelli cosmologici attuali.
Il ruolo delle università e degli osservatori
L’Università di Durham, attraverso l’Institute for Computational Cosmology, si conferma all’avanguardia nelle simulazioni cosmologiche, fornendo previsioni cruciali per guidare la ricerca osservativa. Nel contempo, il National Astronomical Observatory of Japan, con strumenti come il telescopio rifrattore da 65 cm situato nel campus di Mitaka, continua a giocare un ruolo chiave nella scoperta di nuovi oggetti celesti.
L’interazione tra osservazioni dirette e simulazioni teoriche rappresenta la frontiera della ricerca astronomica, spingendo i confini della nostra conoscenza sull’universo e sulle sue galassie più elusive.






