ROMA, 26 MAG – La costellazione cinese Three-Body Computing, composta da 2.800 satelliti, è stata avviata con il lancio di 12 unità attraverso un razzo Lunga Marcia 2D. Ogni satellite funge da supercomputer capace di 744 teraflop e 30 terabytes di memoria. L’obiettivo principale è l’elaborazione dei dati tramite Intelligenza Artificiale a bordo, riducendo la trasmissione a Terra. Questa rete di supercomputer spaziali sarà alimentata da pannelli fotovoltaici, sfruttando le basse temperature spaziali per ottimizzare il raffreddamento. Altri progetti simili sono in sviluppo da aziende americane ed europee
La Cina ha compiuto un’importante svolta nel campo dell’innovazione spaziale con il lancio dei primi 12 satelliti della costellazione Three-Body Computing. Questa iniziativa, frutto della collaborazione tra la startup Ada Space e il Zhejiang Lab, ha l’obiettivo di creare una rete di 2.800 satelliti interconnessi, trasformando l’orbita terrestre in un gigantesco supercomputer.
Un lancio rivoluzionario
Il razzo Lunga Marcia 2D ha sollevato i satelliti dal Centro di lancio di Jiuquan, situato nel nord-ovest della Cina. Ogni satellite è dotato di un supercomputer in grado di eseguire 744 teraflop, superando di gran lunga le prestazioni dei satelliti tradizionali. Con una memoria di 30 terabyte, questi dispositivi sono progettati non solo per raccogliere dati, ma anche per elaborare informazioni direttamente nello spazio, riducendo al minimo le trasmissioni di dati verso la Terra.
Obiettivi ambiziosi
La costellazione ha un obiettivo duplice. In primo luogo, si prevede di ottimizzare l’elaborazione dei dati utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale per analizzare le immagini e le informazioni raccolte senza doverle inviare a terra. Questo approccio promette di semplificare notevolmente la gestione dei dati e le comunicazioni tra i satelliti e il centro di controllo.
In secondo luogo, la costellazione fungerà da rete di supercomputer in orbita, collegati tramite comunicazioni laser ad alta velocità che possono raggiungere i 100 Gbps. Questo progresso rappresenta un passo significativo per la Cina nel campo delle tecnologie spaziali, con potenziali implicazioni per le missioni spaziali, la ricerca scientifica e l’intelligence militare.
Una visione per il futuro
Il progetto Star Computing mira a raggiungere una potenza di calcolo complessiva di 1.000 petaflop, posizionando la Cina come leader nel settore dell’informatica spaziale. Attualmente, solo il 10% dei dati inviati dai satelliti arriva a destinazione, ma questa nuova rete potrebbe garantire un’operatività senza precedenti, aprendo la strada a nuove applicazioni e scoperte scientifiche.
Il lancio dei primi 12 satelliti segna solo l’inizio di un ambizioso piano che prevede ulteriori sviluppi, con altri satelliti già in fase di progettazione e pianificazione per i prossimi mesi. La Cina si prepara così a scrivere un nuovo capitolo nella storia della tecnologia spaziale, con l’obiettivo di dominare un settore cruciale per il futuro dell’umanità.