Terapia HIV: dalle Iniezioni mensili alla pillola settimanale, un futuro ricco di opzioni
Il panorama terapeutico per l’infezione da HIV è in costante e rapida espansione, offrendo prospettive sempre più favorevoli per le persone che convivono con il virus. A margine del 17° Congresso Nazionale ICAR (Italian Conference on AIDS and Antiviral Research), svoltosi a Padova, il Prof. Stefano Rusconi, che ricoprirà la carica di Presidente del Congresso ICAR nel 2025, ha descritto l’attuale e futuro scenario delle opzioni terapeutiche.
Secondo il Prof. Rusconi, essere un medico infettivologo che si occupa di HIV in Italia nel 2025 rappresenta una “grande fortuna”, principalmente grazie alla “grande quantità di opzioni terapeutiche” disponibili. Questo vale sia per le persone con una diagnosi recente sia per coloro che mantengono una soppressione virologica stabile.
Le terapie attuali e future offrono un’ampia gamma di scelte:
- Terapia Orale a Singola Compressa: La più comune, usualmente basata su un inibitore dell’integrasi.
- Terapie Long-Acting Iniettabili: Basate sulla combinazione di un inibitore dell’integrasi e un inibitore della trascrittasi inversa. Queste offrono un “doppio vantaggio”: un “risultato virologico eccellente” e la possibilità di essere “svincolato da terapie oppressive” come quelle degli anni 2000. L’ottima efficacia si accompagna a un’eccellente tollerabilità.
- Cabotegravir/Rilpivirina: Attualmente il punto di partenza per le terapie long-acting.
Ma l’orizzonte terapeutico è ancora più vasto. Il Prof. Rusconi ha menzionato:
- Lenacapavir: Attualmente destinato a persone con virus multi-resistente agli antiretrovirali. Tuttavia, c’è la prospettiva che in futuro possa essere disegnato anche per persone con soppressione virologica.
- Nuovi Target e Meccanismi d’Azione: Nuovi farmaci con meccanismi differenti sono in fase di elaborazione, anche con la strategia long-acting.
- Terapie Orali Settimanali: Farmaci come Islatravir e Lenacapavir potrebbero essere “complessati in un’unica compressa” per una “terapia orale a scadenza settimanale”.
Un punto cruciale per lo sviluppo dei composti long-acting è la necessità che siano “combinati a uno o altri due farmaci che abbiano la stessa emivita farmacologica”, al fine di evitare che un farmaco rimanga da solo e permetta al virus di sviluppare resistenza.
In conclusione, il Prof. Rusconi ha evidenziato che nel “futuro breve e medio” avremo un “sacco di opzioni” che potranno interessare “in maniera proficua le persone con HIV”. (Redazione alanews)

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