Nei ragazzi affetti da obesità, il trattamento con i farmaci agonisti del Glp-1 dimostra effetti positivi non solo sulla perdita di peso, ma anche sul rapporto con il cibo, facilitando il controllo degli spuntini e delle porzioni
Un recente studio condotto dal Karolinska University Hospital di Stoccolma ha rivelato risultati promettenti sull’uso di farmaci agonisti del GLP-1 per il trattamento dell’obesità nei ragazzi. Non solo questi farmaci mostrano potenzialità per la perdita di peso, ma migliorano anche il rapporto con il cibo tra i giovani. I risultati dello studio sono stati presentati all’annuale congresso della European Association for the Study of Obesity, svoltosi a Malaga, dove esperti del settore hanno discusso le implicazioni di queste scoperte.
Farmaci GLP-1 e la loro efficacia
La coordinatrice dello studio, Annika Janson, ha sottolineato che i farmaci GLP-1, già ampiamente utilizzati per trattare l’obesità negli adulti, stanno guadagnando attenzione nel trattamento di adolescenti sopra i 12 anni. Negli studi clinici, questi farmaci hanno mostrato una perdita di peso variabile tra il 5% e il 16% dopo un anno di trattamento. Tuttavia, Janson avverte che il passaggio dalla ricerca clinica alla pratica quotidiana presenta delle sfide significative.
Dettagli dello studio
Il campione dello studio comprendeva 1.126 bambini e ragazzi fino a 16 anni, coinvolti in un programma intensivo per la gestione del peso. Di questi, circa un quarto ha ricevuto farmaci GLP-1, inizialmente liraglutide e successivamente semaglutide. L’integrazione di questi farmaci nel programma ha contribuito ad aumentare la percentuale di ragazzi che hanno perso peso in modo significativo: circa il 30% dei giovani in trattamento ha mostrato miglioramenti rispetto al 27% di quelli che non assumevano i farmaci.
Cambiamenti nel comportamento alimentare
Oltre alla perdita di peso, i ricercatori hanno notato cambiamenti positivi nel comportamento alimentare. Le famiglie hanno riportato una diminuzione dei conflitti riguardanti il cibo e una maggiore facilità nel mantenere routine alimentari sane. Molti ragazzi hanno sperimentato una sensazione nuova: non avere sempre fame, il che ha facilitato la limitazione degli spuntini e la riduzione delle porzioni.
Janson sostiene che l’accesso a questi farmaci dovrebbe essere ampliato, poiché i benefici riscontrati non riguardano solo la perdita di peso, ma anche un miglioramento complessivo nel benessere psicologico e nella qualità della vita dei giovani pazienti. Queste scoperte pongono una nuova luce sulla gestione dell’obesità infantile e sull’importanza di affrontare la questione non solo da un punto di vista fisico, ma anche psicologico.