Roma, 10 giugno 2025 – Secondo i dati riportati nell’interrogazione, oltre il 25% degli adolescenti italiani ha un uso problematico dello smartphone, con conseguenze negative che si riflettono sulla salute, sulle relazioni sociali e sull’apprendimento
La questione dell’uso degli smartphone nelle scuole italiane torna al centro del dibattito politico e istituzionale. Un’interrogazione parlamentare presentata dalle deputate del Partito Democratico, Marianna Madia e Irene Manzi, sollecita il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad accelerare l’attuazione del divieto dell’uso dei cellulari in classe, misura che, secondo le esponenti Pd, è ancora poco chiara nella sua applicazione pratica e nel monitoraggio.
L’allarme sull’uso problematico dello smartphone tra gli adolescenti
Secondo i dati riportati nell’interrogazione, oltre il 25% degli adolescenti italiani ha un uso problematico dello smartphone, con conseguenze negative che si riflettono sulla salute, sulle relazioni sociali e sull’apprendimento. Durante l’orario scolastico, l’utilizzo del cellulare risulta ancor più dannoso: nonostante il divieto imposto da direttive ministeriali, circa il 65% degli studenti manifesta distrazioni frequenti e difficoltà di concentrazione, fattori che incidono negativamente anche sui risultati scolastici.
Le deputate Madia, vicepresidente della commissione Politiche UE, e Manzi, capogruppo in commissione Cultura, evidenziano come sia già depositata in Parlamento una proposta di legge bipartisan che mira a tutelare i bambini e gli adolescenti dall’uso improprio degli strumenti digitali, prevedendo anche un’età minima per la fruizione degli stessi.
La posizione del governo e le richieste al ministro Valditara
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente annunciato l’introduzione del divieto di utilizzo degli smartphone in classe a partire dal prossimo anno scolastico, estendendo la misura anche alle scuole superiori di secondo grado. Tuttavia, restano ancora da definire i dettagli operativi per il monitoraggio e l’effettiva applicazione del divieto, così come l’iter parlamentare necessario per la sua approvazione definitiva.
Un’interrogazione simile è stata presentata anche al Senato dalla senatrice Pd Simona Malpezzi, evidenziando una convergenza di intenti nell’opposizione per una rapida attuazione della norma. La questione rimane quindi aperta, con un’attenzione particolare al contrasto delle distrazioni in aula e alla promozione di un ambiente scolastico più favorevole all’apprendimento.