Taiwan ha rilevato 36 aerei e otto navi militari cinesi nelle ultime 24 ore, con 17 jet che hanno oltrepassato la linea mediana nello Stretto di Taiwan. In risposta, Taipei ha mobilitato le proprie forze armate e dispiegato sistemi missilistici. A maggio, le incursioni cinesi ammontano a 118 aerei e 101 navi. L’attività di Pechino è considerata parte di una strategia di ‘zona grigia’ per aumentare la pressione sull’isola
Nelle ultime 24 ore, il ministero della Difesa di Taiwan ha registrato il sorvolo di 36 aerei e il transito di 8 navi militari cinesi intorno all’isola. Queste attività, rilevate fino alle sei del mattino locale (mezzanotte in Italia), si inseriscono in un contesto di crescente tensione nella regione dello Stretto di Taiwan. La situazione attuale rappresenta un’importante fase di monitoraggio per Taipei, che si trova a fronteggiare un’intensificazione delle manovre militari da parte della Cina.
La risposta di Taiwan alle incursioni aeree
Secondo le autorità taiwanesi, 17 aerei dell’Esercito popolare di liberazione cinese hanno varcato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, penetrando nella zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ) nord, centrale e sudoccidentale. In risposta, le forze armate di Taipei hanno attivato i propri aerei e navi militari, nonché sistemi missilistici costieri, per monitorare le operazioni cinesi. Questo approccio di difesa è una misura comune per Taiwan, che si trova a fronteggiare un’intensificazione delle manovre militari da parte della Cina.
L’aumento delle incursioni cinesi
Nel mese di maggio, Taiwan ha già registrato un totale di 118 incursioni aeree e 101 transiti navali da parte delle forze cinesi. L’attività militare cinese intorno all’isola ha mostrato un aumento costante dal settembre 2020, e viene descritta dagli analisti come parte di una strategia di “zona grigia”. Questa tattica mira a esercitare pressione su Taiwan attraverso provocazioni militari, senza però arrivare a un conflitto aperto.
Le implicazioni geopolitiche
Secondo esperti di geopolitica, queste manovre fanno parte di un piano più ampio di Pechino per riaffermare la propria sovranità su Taiwan e intimidire le forze indipendentiste locali. Il Pentagono ha definito queste modalità operative cinesi come tentativi di raggiungere obiettivi strategici senza ricorrere all’uso diretto della forza. Inoltre, le crescenti tensioni nella regione hanno attirato l’attenzione della comunità internazionale, con gli Stati Uniti che hanno ribadito il proprio sostegno a Taipei, intensificando le vendite di armi e le collaborazioni militari.
Le autorità taiwanesi continuano a sottolineare l’importanza di mantenere la calma e la stabilità nella regione, pur essendo pronte a rispondere a qualsiasi provocazione. La situazione rimane in evoluzione, con monitoraggi costanti delle attività militari cinesi e preparazioni per eventuali scenari futuri.