Israele ha condannato l’attacco alla GHF, sostenendo che Hamas sta “armando la sofferenza a Gaza”
Israele accusa Hamas di usare la fame come arma contro i palestinesi, in seguito all’attacco denunciato dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF) che ha causato la morte di cinque membri del suo personale. Il Ministero degli Esteri israeliano ha condannato l’azione definendola un “omicidio a sangue freddo” e ha sottolineato come Hamas stia “armando la sofferenza a Gaza, negando cibo, prendendo di mira chi salva le vite umane e abbandonando il proprio popolo”.
Hamas: un’organizzazione al centro del conflitto israelo-palestinese
Hamas, acronimo di Harakat al-Muqāwama al-Islāmiyya (Movimento Islamico di Resistenza), è un’organizzazione politica e militare palestinese fondata nel 1987, con un’ideologia nazionalista e islamista sunnita. Il gruppo governa la Striscia di Gaza e ha un duplice ruolo: da un lato partecipa alla vita politica palestinese, dall’altro mantiene un braccio militare, le Brigate Izzeddin al-Qassam, responsabili di attacchi armati contro Israele. Hamas è considerato un’organizzazione terroristica da numerosi Paesi, tra cui Stati Uniti, Unione Europea e Israele, e ha rivendicato attacchi che hanno causato migliaia di vittime civili. L’attacco del 7 ottobre 2023, il più grave degli ultimi decenni, ha provocato circa 1.200 morti israeliani e ha scatenato una guerra che continua tuttora.
Gaza Humanitarian Foundation e le critiche al piano di aiuti
La Gaza Humanitarian Foundation (GHF), fondata nel febbraio 2025 con sede nel Delaware, è stata creata per gestire la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Tuttavia, la GHF è stata oggetto di forti critiche da parte delle Nazioni Unite e della comunità internazionale per la politicizzazione della sua azione e per le modalità operative che rischiano di trasformare la distribuzione degli aiuti in uno strumento di controllo militare da parte di Israele. Il piano prevede la concentrazione degli aiuti in pochi centri di distribuzione nel sud di Gaza, sorvegliati da militari israeliani e appaltatori privati americani, con l’uso di tecnologie biometriche per il riconoscimento degli individui.
Il direttore esecutivo fino a fine maggio 2025, Jake Wood, ex marine statunitense, si è dimesso lamentando l’impossibilità di rispettare i principi di umanità, neutralità e indipendenza. Le operazioni della GHF, iniziate il 26 maggio 2025, sono state segnate da incidenti e tensioni, con migliaia di palestinesi che si sono riversati ai punti di distribuzione, causando la perdita temporanea del controllo da parte del personale umanitario. Il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha definito la GHF una “foglia di fico” per coprire ulteriori violenze e sfollamenti, sottolineando come il piano faccia della fame una “merce di scambio” politica.
In questo contesto, Israele rilancia la propria accusa a Hamas, sostenendo che il movimento islamista sfrutti la sofferenza della popolazione palestinese come strumento militare e politico, aggravando una crisi umanitaria già gravissima.