Il leader iraniano Ali Khamenei ha denunciato i crimini di Israele a Gaza, sottolineando la complicità degli Stati Uniti
In un contesto di crescente tensione geopolitica, il leader iraniano Ali Khamenei ha lanciato un appello deciso durante un discorso a Teheran, in occasione dell’anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini. La sua affermazione che “gli Stati Uniti devono essere espulsi dalla regione” evidenzia le profonde fratture e le sfide che caratterizzano il Medio Oriente attuale. Khamenei ha messo in discussione il ruolo degli Stati Uniti, accusandoli di sostenere il “regime sionista”, un termine che utilizza per riferirsi a Israele, definito da lui stesso un “tumore maligno” da estirpare.
Critiche agli Stati Uniti e al “regime sionista”
Nel suo discorso, Khamenei ha denunciato l’interferenza americana, sostenendo che essa ha alimentato conflitti, instabilità e corruzione nella regione. Secondo il leader iraniano, la presenza degli Stati Uniti è vista come un fattore destabilizzante, contribuendo a una situazione di crisi permanente. Ha affermato che “il regime sionista è la fonte di tutte le divisioni e delle guerre qui”, sottolineando la necessità di un cambiamento radicale nella geopolitica locale.
La posizione dei governi arabi
Khamenei ha anche rivolto critiche ai governi arabi, accusandoli di dipendere dagli Stati Uniti per la loro sicurezza. Ha avvertito che questo modello è destinato al fallimento e ha esortato i paesi islamici a prendere una posizione attiva nella questione palestinese. La sua affermazione che “qualsiasi stato islamico che collabori con Tel Aviv sarà marchiato a vita dalla vergogna” evidenzia la gravità con cui percepisce la cooperazione con Israele.
Il confronto tra Iran e Stati Uniti
Questa dichiarazione di Khamenei si colloca in un contesto più ampio di tensione tra Iran e Stati Uniti, in particolare riguardo al programma nucleare iraniano. Mentre i colloqui indiretti tra le due nazioni continuano, la retorica di Khamenei mette in luce una crescente polarizzazione e una mancanza di fiducia reciproca. Le sue parole riflettono l’idea che il futuro della regione debba essere determinato dai suoi abitanti, senza l’interferenza di potenze straniere.
La posizione di Khamenei non è un evento isolato, ma rappresenta una continuità della politica iraniana sin dalla Rivoluzione del 1979. Questa politica ha cercato di affermare un’identità e una sovranità nazionale contrapposte all’influenza occidentale, in particolare quella americana. La questione palestinese rimane un simbolo cruciale di questa narrativa, utilizzata per mobilitare il sostegno interno e rafforzare l’unità tra le nazioni musulmane.