Parigi, 31 ottobre 2025 – Il governo francese guidato dal primo ministro Sébastien Lecornu ha annunciato la propria posizione favorevole alla revoca del blocco delle pensioni e delle prestazioni sociali previsto per il 2026. La decisione è stata comunicata nel contesto dell’esame del progetto di bilancio della previdenza sociale, segnando un passo importante verso la normalizzazione delle condizioni di accesso ai sussidi sociali, dopo un periodo di congelamento che ha suscitato forti critiche nella società francese.
Lecornu conferma la sospensione della riforma delle pensioni fino al 2027
Nel corso delle consultazioni parlamentari, il premier Lecornu ha ribadito la sospensione della controversa riforma delle pensioni, che prevedeva l’aumento graduale dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. La misura, fortemente contestata, resta congelata fino alle elezioni presidenziali del 2027. Lecornu ha definito questa sospensione una concessione necessaria per garantire la stabilità politica e ottenere il sostegno del Partito socialista, che si è impegnato a non appoggiare mozioni di sfiducia contro il governo. Il premier ha inoltre annunciato l’intenzione di affidare la gestione del sistema pensionistico alle parti sociali, auspicando proposte entro la prossima primavera.
Questa mossa strategica arriva in un momento di grande instabilità politica nel paese, dopo il susseguirsi di quattro governi in meno di due anni e le crescenti pressioni sociali legate all’aumento del debito pubblico, che nel 2025 ha superato il 115% del Pil.
Profondo dissenso sulla tassa Zucman e le sfide fiscali
Parallelamente, Lecornu ha espresso un “profondo disaccordo” con la sinistra riguardo alla cosiddetta tassa Zucman, una proposta di imposta patrimoniale sugli ultra ricchi presentata da alcuni partiti progressisti e ispirata dagli studi dell’economista Gabriel Zucman. La tassa, che prevedeva un prelievo del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro, è stata recentemente bocciata dal parlamento, suscitando un acceso dibattito.
Il governo, pur riconoscendo la necessità di nuove entrate per la previdenza sociale, ha optato per soluzioni più moderate, come l’aumento del Contributo Sociale Generale (CSG) sul patrimonio, già approvato in commissione. Lecornu ha sottolineato che “non esistono tasse miracolose per ripianare il debito” e ha invitato il parlamento a non prendere in ostaggio la manovra finanziaria, evidenziando la complessità di bilanciare equità sociale e sostenibilità economica.
Il dibattito resta acceso, con le opposizioni di sinistra e destra che continuano a presentare mozioni di sfiducia e a mettere in discussione la tenuta del governo Lecornu, mentre la maggioranza cerca di mantenere un fragile equilibrio in un contesto politico e sociale altamente polarizzato.






