Buenos Aires, 20 giugno 2025 – Il governo argentino guidato dal presidente Javier Milei ha adottato un decreto che liberalizza l’acquisto di armi semiautomatiche per la popolazione civile, scatenando un acceso dibattito pubblico sulle conseguenze di questa decisione in termini di sicurezza nazionale e controllo delle armi.
Il decreto di liberalizzazione e le sue motivazioni
Il provvedimento, firmato dalla ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, mira a superare gli ostacoli burocratici relativi alla successione ereditaria delle armi semiautomatiche acquisite prima del divieto introdotto nel 1995. Nel testo si sottolinea inoltre la necessità di rispondere alle “esigenze di coloro che vogliono impiegare questo tipo di armi per uso sportivo”. Questa misura si inserisce in un più ampio quadro di deregolamentazione, che ha incluso anche l’abbassamento dell’età minima per il possesso di armi da 21 a 18 anni.
Preoccupazioni per la sicurezza e il controllo delle armi semiautomatiche
L’iniziativa ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti di sicurezza. Julián Alfie, direttore dell’Istituto di Studi comparati in Scienze penali e sociali (Inecip), ha evidenziato in un’intervista a Cadena 3 che la principale fonte di approvvigionamento di armi per le organizzazioni criminali è il trasferimento dal mercato legale. Ha avvertito che “se si introducono più armi e più letali, ci sarà un maggior travaso, soprattutto in un contesto in cui il controllo è pressoché nullo”.
La decisione di Milei e del suo governo appare coerente con la sua linea politica, che punta a una forte deregolamentazione e al rafforzamento dei diritti individuali, tra cui il possesso di armi da fuoco. Tuttavia, questa scelta accentua il dibattito sulla sicurezza interna in un Paese dove la violenza legata alla criminalità organizzata rimane una sfida significativa.
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