Aumenta la violenza contro le persone Lgbt+: dati allarmanti da Gay Help Line indicano che il 65% delle persone ha subito discriminazione o aggressioni. Crescono i casi di bullismo e i problemi di salute mentale, evidenziando l’urgenza di supporto e leggi specifiche
Negli ultimi dodici mesi, è stato registrato un allarmante incremento della violenza nei confronti delle persone Lgbt+, come evidenziato dai dati raccolti da Gay Help Line 800 713 713 e dalla chat Speakly.org. Queste risorse hanno ricevuto circa 21.000 contatti, con il 65% degli utenti che ha segnalato di aver subito atti di violenza o discriminazione, un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Questi dati sono stati rilasciati in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omobitransfobia, sottolineando l’urgenza di affrontare questa problematica.
La violenza dopo il coming out
L’analisi delle segnalazioni mostra che la violenza più comune si verifica dopo il coming out in famiglia, con un’incidenza del 48,7%. Questo fenomeno colpisce prevalentemente giovani e adolescenti, che spesso si trovano costretti a vivere in isolamento o a fuggire dalle proprie abitazioni. Inoltre, il fenomeno delle minacce e delle molestie è in crescita, attestandosi al 28,2%, mentre le aggressioni fisiche rappresentano il 12% dei casi segnalati. Le rapine a sfondo omotransfobico, sebbene meno frequenti, colpiscono in modo particolare le donne transgender, rappresentando il 3,4% delle segnalazioni.
La denuncia e la sfiducia nel sistema
Un altro dato preoccupante riguarda la scarsa propensione a denunciare questi episodi: solo il 12,8% delle vittime ha contattato le forze dell’ordine. Questo riflette una profonda sfiducia nel sistema giuridico, aggravata dall’assenza di leggi specifiche a tutela delle persone Lgbt+ e dalla difficoltà di molte vittime di dichiararsi apertamente a causa delle pressioni familiari e sociali.
Conseguenze sulla salute mentale e sociale
Le conseguenze sulla salute mentale delle persone Lgbt+ risultano significative, con il 30,3% dei contatti che ha riportato sintomi di ansia, isolamento e disperazione. Inoltre, il 10,8% ha dichiarato di aver subito “terapie di conversione”, pratiche non scientifiche utilizzate da alcuni gruppi religiosi per tentare di cambiare l’orientamento sessuale delle persone, spesso accompagnate da violenze.
A livello sociale, il 34,5% degli utenti ha affrontato emergenze abitative a causa dell’allontanamento dalla famiglia, mentre il 10,8% ha cercato aiuto per la ricerca di lavoro. Le discriminazioni sistemiche persistono, con un tasso del 31,4% di segnalazioni di discriminazione nel mondo del lavoro, che sale al 41,1% tra le persone trans e non binarie.
Infine, un dato allarmante riguarda il mondo scolastico: i casi di bullismo omotransfobico sono aumentati all’8,5%, con una correlazione diretta con l’autocensura e un incremento dell’isolamento sociale, contribuendo ad aumentare i pensieri suicidari tra gli adolescenti Lgbt+.
Alessandra Rossi, coordinatrice della Gay Help Line, ha sottolineato l’importanza di attivare percorsi di supporto personalizzati, offrendo assistenza legale (32,8%), psicologica (68,4%), sanitaria (12,6% per l’accesso alla terapia ormonale) e di accoglienza (34,5%). Questi servizi rappresentano un fondamentale punto di riferimento per le persone Lgbt+ che affrontano quotidianamente situazioni di discriminazione e violenza.