Spreco di soldi pubblici in Calabria. È stato infatti evocato un finanziamento di 259,7 milioni di euro per la costruzione di una diga, con 102,6 milioni già spesi inutilmente, causando anche danni ambientali definitivi. La Procura della Corte dei Conti contesta al Consorzio di bonifica e ai dirigenti l’inefficienza del progetto
La Procura della Corte dei Conti di Catanzaro ha contestato un danno erariale di 259.735.539 euro legato alla mancata realizzazione di una diga sul fiume Melito. Questo progetto, concepito per servire i comuni di Gimigliano, Sorbo San Basile e Fossato Serralta, è stato giudicato non solo inutile, ma anche dannoso per l’ambiente, nonostante gli investimenti pubblici superassero i 102 milioni di euro.
Irregolarità nella gestione dei fondi
L’indagine, sotto la direzione del procuratore regionale Romeo Ermenegildo Palma, ha rivelato gravi irregolarità nella gestione dei fondi pubblici destinati al progetto di sbarramento sul fiume Melito. Sono coinvolti il Consorzio di Bonifica Ionio-Catanzarese e due dirigenti, Pietro Filippa e Flavio Alfredo Talarico, accusati di aver gestito in modo inadeguato un’opera che, se realizzata, avrebbe potuto alleviare la cronica carenza idrica che affligge circa mezzo milione di calabresi e numerose aziende agricole.
Problemi progettuali e costi lievitati
Dal 2003, anno di avvio dei lavori, i tecnici del ministero delle Infrastrutture avevano messo in evidenza significative carenze progettuali, evidenziando la necessità di integrazioni per garantire la sicurezza dell’invaso. Nonostante le segnalazioni, il progetto non ha mai ottenuto le autorizzazioni necessarie, e i costi sono aumentati a causa di contenziosi legali con l’impresa aggiudicataria. Le spese sostenute si sono rivelate non solo ingenti, ma anche completamente inutili, causando un danno ambientale permanente a causa della presenza di manufatti in cemento armato che deturpano un’area di elevato pregio ecologico.
Futuro incerto per le risorse idriche
Il progetto della diga, che avrebbe dovuto garantire risorse idriche e opportunità di produzione di energia idroelettrica, rappresentava una delle principali opere strategiche per la Calabria. Con la revoca del finanziamento, il futuro della gestione delle risorse idriche nella regione appare incerto. La questione della carenza d’acqua rimane un problema irrisolto, e gli sviluppi delle indagini potrebbero portare a nuove responsabilità e implicazioni per la gestione degli investimenti pubblici in Calabria.