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Home Ambiente

Popillia japonica, quali piante sono a rischio a causa dello “scarabeo giapponese”?

by Redazione
2 Luglio 2025
Due esemplari di Popillia japonica

Due esemplari di Popillia japonica | Photo by Lamba licensed under CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/) - Alanews.it

Popillia japonica Newman, conosciuto come “scarabeo giapponese”, è un coleottero appartenente alla famiglia degli scarabeidi, estremamente polifago e in grado di causare gravi danni all’agricoltura, al verde urbano e ai tappeti erbosi. Originario del Giappone e della Russia orientale, è stato accidentalmente introdotto in Nord America nel XX secolo e successivamente, negli anni ’70, nelle Azzorre. La sua comparsa nell’Europa continentale è avvenuta nel 2014, in Italia, tra Piemonte e Lombardia, in un’area estesa del Parco del Ticino. Dal 2017, l’insetto è stato segnalato anche in Svizzera. Sebbene la sua diffusione sia ancora contenuta, Popillia japonica rappresenta una seria minaccia per tutto il continente europeo.

Come riconoscere Popillia japonica

L’adulto di Popillia japonica si presenta con un corpo ovale di colore verde metallizzato brillante, con elitre bronzo-ramate che non coprono completamente l’addome. La lunghezza varia tra 8 e 11 mm, la larghezza tra 5 e 7 mm. Le femmine sono solitamente più grandi dei maschi. La presenza di ciuffi di peli bianchi sul corpo permette di distinguerlo da altri coleotteri simili. Vive in gruppi numerosi e può essere osservato mentre si nutre o si riproduce, comportamenti che aumentano la gravità dei danni arrecati.

Ciclo biologico e modalità di attacco

Popillia japonica compie una sola generazione all’anno. Sverna come larva nel terreno a una profondità tra i 10 e i 20 cm, mentre gli adulti emergono tra giugno e settembre, con un picco a metà luglio. Le femmine depongono le uova nel terreno, spesso dopo aver scavato piccole gallerie. I danni causati variano a seconda dello stadio di sviluppo dell’insetto. Gli adulti attaccano soprattutto le foglie, lasciando intatte solo le venature principali: questo causa un effetto “scheletrizzato”, seguito da imbrunimento e caduta del fogliame. In presenza di infestazioni intense, anche fiori e frutti vengono distrutti.

Le larve, invece, vivono appena sotto la superficie del suolo e si nutrono delle radici, in particolare di graminacee. I sintomi che ne derivano sono poco specifici: diradamento, ingiallimento, avvizzimento e chiazze di erba morta che si presentano a fine estate o in autunno. In casi estremi, l’intero prato può morire.

Quali piante sono a rischio

Popillia japonica è in grado di attaccare oltre 300 specie vegetali. Tra queste vi sono alberi da frutto, piante forestali, colture da pieno campo, ortaggi, specie ornamentali e piante spontanee. In Lombardia sono state osservate gravi defogliazioni su ciliegi (Prunus avium), viti, alberi ornamentali e arbusti. I danni si estendono anche a piccoli frutti coltivati in prossimità di prati, dove l’attività delle larve alle radici è particolarmente intensa. Colture come mais e soia sono state colpite in maniera più contenuta, ma significativa. Gli attacchi alle radici hanno costretto, in diversi casi, alla risemina del cotico erboso nei campi sportivi e alla chiusura temporanea di piste da corsa in erba per cavalli.

Espansione e modalità di diffusione

Nonostante P. japonica abbia una buona capacità di volo — fino a 8 km — la maggior parte degli individui si sposta su distanze più brevi. Le giornate limpide con temperature tra i 29°C e i 35°C favoriscono l’attività di volo. La velocità di espansione dell’area infestata in Lombardia si aggira intorno ai 10 km all’anno. Il contenimento della diffusione è stato reso possibile grazie a misure fitosanitarie integrate, che in molte aree hanno limitato i danni rispetto al potenziale distruttivo dell’insetto.

A livello internazionale, Popillia japonica è stato intercettato in diverse occasioni su prodotti agricoli, imballaggi, navi e aerei. Le larve possono inoltre viaggiare all’interno del commercio di piante ornamentali, aumentando il rischio di diffusione incontrollata.

Come difendere le piante da Popillia japonica

In presenza di pochi individui, si consiglia la raccolta manuale degli adulti, che andrebbero poi immersi in una soluzione di acqua e sapone. Per proteggere i frutti è possibile coprire le chiome degli alberi con una rete antinsetto, da scuotere nelle prime ore del mattino, quando gli insetti sono meno attivi. L’utilizzo di trappole è sconsigliato in ambito privato, come orti o giardini, poiché il potere attrattivo supera la capacità di cattura, aumentando il rischio di danni alle piante che si vorrebbero difendere.

Popillia japonica è un nemico insidioso per numerose colture e aree verdi. La sua presenza, ancora limitata in Europa, impone un’attenta sorveglianza e l’adozione di strategie integrate di contrasto. Interventi tempestivi, sia a livello locale che internazionale, saranno fondamentali per evitare che questo scarabeo diventi un problema su larga scala.

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