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Home Tecnologia

Telegram, l’allarme del Ceo Pavel Durov: “In Europa libertà a rischio”

by Giacomo Camelia
10 Ottobre 2025
Pavel Durov

Pavel Durov, CEO di Telegram | Instagram - @durov

San Pietroburgo, 10 ottobre 2025 – Nel giorno del suo 41° compleanno, Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, ha espresso su X (ex Twitter) profonde preoccupazioni riguardo alla deriva autoritaria che sta investendo la rete globale. Riconosciuto come uno degli imprenditori tech più influenti al mondo, con un patrimonio stimato di oltre 15 miliardi di dollari secondo Forbes, Durov ha denunciato il progressivo smantellamento della libertà in internet, un bene costruito dalle generazioni passate e oggi minacciato da politiche restrittive e forme di sorveglianza governativa.

Le accuse del CEO di Telegram contro i governi europei

Nel suo messaggio, Durov ha sottolineato come “paesi un tempo liberi stiano introducendo misure distopiche”, citando esempi quali l’implementazione dei digital ID nel Regno Unito, i controlli obbligatori sull’età online in Australia e le proposte di scansione massiva dei messaggi privati nell’Unione Europea. Ha inoltre accusato Germania, Regno Unito e Francia di reprimere la libertà di espressione: in Germania, chi critica le autorità rischia persecuzioni; nel Regno Unito, migliaia di persone sono incarcerate per i propri tweet; in Francia, invece, si indagano i leader tecnologici che difendono la privacy e la libertà digitale.

La bandiera dell'Unione europea
La bandiera dell’Unione europea (Ue) | Pixabay @kdg2020 – alanews.it

Queste misure, secondo Durov, rischiano di condurre la società verso un futuro oscuro e distopico, in cui le libertà civili scompariranno. “La nostra generazione rischia di essere ricordata come l’ultima a godere di libertà – e quella che ha permesso fossero tolte”, ha scritto il fondatore di Telegram, evidenziando il pericolo di un’autodistruzione morale, intellettuale, economica e biologica se non si cambia rotta.

Telegram, privacy e controversie legali

Fondata nel 2013 insieme al fratello Nikolaj, Telegram si è affermata come una delle piattaforme di messaggistica più sicure e popolari al mondo, con oltre un miliardo di utenti attivi. L’app si distingue per l’uso della crittografia avanzata, la sincronizzazione multi-dispositivo e la possibilità di inviare file fino a 2 GB, oltre a chat segrete con autodistruzione dei messaggi. Nonostante ciò, la società è al centro di controversie legali e accuse di facilitazione di attività criminali.

Il 24 agosto 2024, Durov è stato arrestato all’aeroporto di Le Bourget, vicino a Parigi, in relazione a un’indagine francese che lo accusa di non aver moderato adeguatamente la piattaforma, consentendo la circolazione di contenuti illegali come terrorismo, pedopornografia, disinformazione e attività criminali varie. Dopo alcuni mesi, nel marzo 2025, gli è stato concesso di lasciare la Francia, ma le polemiche non si sono placate. Recenti indagini hanno inoltre evidenziato che parti cruciali dell’infrastruttura tecnica di Telegram sarebbero gestite da società collegate ai servizi segreti russi, sollevando dubbi sulla possibile sorveglianza degli utenti.

Il profilo di Pavel Durov e la missione di Telegram

Nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo) e con cittadinanze multiple, Durov è noto per la sua visione libertaria e il rifiuto di compromessi con governi autoritari: nel 2014 lasciò la Russia dopo essersi opposto alla richiesta di consegnare dati personali di attivisti ucraini. Da allora si è trasferito a Dubai, continuando a promuovere la privacy e la libertà digitale attraverso Telegram. La piattaforma, pur mantenendo un modello non profit, ha introdotto forme limitate di pubblicità per sostenere i costi operativi, evitando però la raccolta di dati sensibili.

Telegram si distingue per la sua affidabilità anche in condizioni di connessione scarsa, la possibilità di creare gruppi fino a 200.000 membri e strumenti per la moderazione e la personalizzazione delle chat. Tuttavia, gli utenti segnalano occasionali problemi con le notifiche, un aspetto su cui il team di sviluppo è attivamente impegnato.

Le ultime dichiarazioni di Durov, unite alle tensioni legali e politiche che circondano Telegram, riflettono un conflitto più ampio tra la necessità di tutela della privacy e le pressioni governative per il controllo delle comunicazioni digitali.

Tags: Pavel DurovTelegram

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