Washington, 13 ottobre 2025 – Sikorsky Aircraft Corporation, azienda statunitense leader nel settore aeronautico e della difesa, ha presentato i droni Nomad, una nuova generazione di velivoli a pilotaggio remoto progettati per rivoluzionare le operazioni militari e civili. Questi droni, caratterizzati da un design ibrido e da capacità di decollo e atterraggio verticali (VTOL), promettono di potenziare significativamente le capacità operative di esercito, marina e marines statunitensi, nonché di aprire nuove prospettive in ambito civile.
Innovazione tecnologica e versatilità dei droni Nomad
La gamma Nomad si fonda su un concetto di aeromobile ibrido che combina la manovrabilità di un elicottero con l’efficienza e l’autonomia di un aereo ad ala fissa. Grazie a una configurazione con ala soffiata e doppio rotore, questi droni sono in grado di decollare e atterrare verticalmente come i velivoli VTOL, per poi inclinare la cellula e livellare le ali, sfruttando la propulsione a elica per il volo in configurazione ad ala fissa. Tale meccanismo ricorda il principio operativo dei convertiplani V-22 Osprey, ma applicato a una piattaforma senza pilota.
Il primo prototipo, denominato Nomad 50, si distingue per un’apertura alare di 3,2 metri, mentre è in fase di sviluppo un modello più grande, il Nomad 100, con apertura alare di 5,5 metri e capacità di carico superiore. Questi droni sono progettati per operare in autonomia completa, senza dipendere da infrastrutture specifiche per il decollo e l’atterraggio, e possono essere impiegati in diversi contesti, dalla ricognizione all’attacco leggero, fino a missioni logistiche.
Il vicepresidente e direttore generale di Sikorsky ha sottolineato come la definizione di “famiglia” rifletta la flessibilità del progetto, che può spaziare da UAV di dimensioni contenute (Gruppo 3) fino a velivoli comparabili per ingombro a un elicottero da trasporto medio, come l’iconico UH-60 Black Hawk. Questa adattabilità rende la piattaforma ideale per una vasta gamma di missioni militari e civili.
Potenzialità operative e integrazione con le forze armate
I droni Nomad sono progettati per integrarsi nelle formazioni di brigata o divisione, supportando sia le operazioni terrestri che marittime. La capacità di librarsi in volo stazionario e di accedere a spazi ristretti li rende particolarmente efficaci in ambienti complessi, dal deserto alle piattaforme navali in alto mare.
La versione più grande, appartenente al Gruppo 4, è equipaggiata per trasportare armamenti convenzionali, come missili Hellfire e bombe a guida di precisione di piccolo calibro (Small Diameter Bombs, SDB), nonché droni di dimensioni minori per compiti di ricognizione o munizioni loitering. Questo amplia notevolmente le capacità offensive e difensive delle unità sul campo, offrendo un moltiplicatore di forza che integra e potenzia mezzi come l’elicottero da trasporto e attacco Black Hawk.
Un aspetto distintivo è l’adozione del sistema di autonomia Matrix, sviluppato da Sikorsky e già testato su altre piattaforme, incluso l’UH-60. Tale tecnologia consente operazioni completamente autonome, con droni in grado di eseguire missioni complesse senza necessità di controllo diretto, aumentando la sicurezza e l’efficacia delle operazioni militari.
Introducing the Nomad™ family of rotor blown wing drones. See how this revolutionary family of systems is designed to provide unparalleled capabilities across a wide range of missions.
— Sikorsky (@Sikorsky) October 6, 2025
Applicazioni civili e prospettive future
Sikorsky non limita l’impiego del Nomad esclusivamente al settore militare. La versatilità del drone apre scenari rilevanti anche in ambito civile e commerciale. I velivoli possono intervenire in missioni di monitoraggio e spegnimento incendi boschivi, nonché in operazioni di emergenza e assistenza umanitaria, sia sul territorio statunitense che all’estero.
Inoltre, la capacità di decollare e atterrare verticalmente li rende ideali per l’uso a bordo di navi militari o commerciali, ampliando le possibilità di impiego navale. Questa multifunzionalità è riconosciuta come un elemento chiave per mantenere il vantaggio strategico statunitense in aree di interesse geopolitico come l’Indo-Pacifico.






