Milano, 5 agosto 2025 – Nel pomeriggio di oggi, sei attivisti appartenenti ai gruppi Ultima Generazione e Palestina Libera hanno compiuto un’azione di protesta presso il Consolato egiziano di Milano, situato in via Timavo. La manifestazione ha coinvolto un imbrattamento con vernice rossa della facciata dell’edificio, un gesto simbolico volto a richiamare l’attenzione sulla situazione in Palestina.
La protesta e le richieste degli attivisti
Gli attivisti hanno esposto uno striscione con la scritta “Break the siege” davanti al cancello d’ingresso del consolato e hanno tentato di incatenarsi all’edificio per impedire l’accesso. Questa azione ha attirato rapidamente l’attenzione sia del personale consolare sia delle forze dell’ordine, già presenti a presidio dell’area. Una delle partecipanti ha dichiarato: “Siamo qui per chiedere la fine del genocidio in Palestina, per esigere la cessazione della complicità dei nostri governi e per sollecitare l’apertura immediata e decisa dei valichi di frontiera.” Gli attivisti hanno annunciato che non si muoveranno finché non sarà presa un’iniziativa concreta da parte del governo italiano.
Al momento dell’arrivo di polizia e carabinieri, gli attivisti si sono seduti e sdraiati davanti all’ingresso del consolato. Dopo essere stati identificati, sono stati allontanati con la forza dalle forze dell’ordine.
Contestualizzazione internazionale e tensioni in aumento
Questa protesta si inserisce in un contesto internazionale di crescenti tensioni e episodi di violenza legati al conflitto israelo-palestinese. Un recente rapporto pubblicato da Il Foglio ha documentato una serie di atti di antisemitismo e violenze in vari Paesi del mondo, a partire dal 7 ottobre 2023. Tra questi, si annoverano scontri, attentati e aggressioni che hanno colpito comunità ebraiche in Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, e Medio Oriente.
L’azione degli attivisti di Milano riflette dunque non solo una richiesta di intervento umanitario ma anche una critica alle politiche internazionali e nazionali, percepite come insufficienti o complici rispetto alla crisi palestinese.
Parallelamente, il movimento Ultima Generazione continua a sviluppare iniziative di sensibilizzazione e disobbedienza civile nonviolenta su diversi fronti, tra cui quello ambientale ed economico, puntando a un cambiamento strutturale nelle politiche pubbliche italiane. La protesta odierna conferma la determinazione di questi gruppi a mantenere alta l’attenzione su tematiche di forte impatto sociale e politico.





