Il Cairo, 18 novembre 2025 – Due nuove cavità sono state scoperte nella Piramide di Micerino, la più piccola delle tre piramidi di Giza, aprendo nuove prospettive sulle antiche tecniche di costruzione e accesso. La scoperta, frutto di un progetto scientifico congiunto tra l’Università del Cairo, l’Università Tecnica di Monaco di Baviera e l’Istituto per l’Innovazione e la Conservazione del Patrimonio in Francia, è stata resa nota oggi attraverso la pubblicazione sulla rivista scientifica Ndt & E International.
Indagini scientifiche non invasive rivelano strutture nascoste
Nell’ambito del progetto ScanPyramids, gli studiosi hanno utilizzato tre tecniche di indagine non invasive – georadar, ultrasuoni e tomografia di resistività elettrica – per esplorare il lato orientale della piramide di Micerino. Questi metodi hanno permesso di individuare due cavità piene d’aria situate a una profondità rispettivamente di 1,4 e 1,13 metri dietro la facciata esterna. Le cavità misurano 1 metro per 1,5 metri e 0,9 metri per 0,7 metri, dimensioni che indicano spazi di rilevante interesse archeologico. La configurazione dei blocchi di granito che le coprono risulta simile a quella attorno all’ingresso nord della piramide, suggerendo la possibile esistenza di un secondo ingresso.
Un importante sviluppo nella ricerca sulle piramidi di Giza
Delle ricerche recenti hanno portato a risultati significativi anche nella Grande Piramide di Cheope, dove recentemente sono state individuate un’enorme cavità interna e un corridoio vicino all’ingresso settentrionale. Questi ritrovamenti stanno contribuendo a ridefinire la comprensione dell’architettura e delle funzioni delle piramidi egizie, monumenti simbolo dell’antico Egitto e patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO.
La Piramide di Micerino, edificata nel XXVI secolo a.C. e attribuita al faraone Menkaura, è nota per essere la più piccola del complesso di Giza, ma la sua struttura continua a riservare sorprese che alimentano il dibattito scientifico sulla storia e sulle tecniche di costruzione dell’epoca. Le nuove cavità scoperte potrebbero infatti rappresentare un elemento chiave per comprendere meglio gli antichi metodi di accesso e le caratteristiche architettoniche di questi imponenti monumenti.






