Mercurio nell’atmosfera ha registrato una diminuzione di quasi il 70% negli ultimi 20 anni, grazie a sforzi per limitare le emissioni. Tuttavia, il suolo rappresenta ora il maggiore serbatoio di mercurio, potenzialmente aggravato dai cambiamenti climatici. É fondamentale proseguire con misure come la Convenzione di Minamata per combattere questa minaccia ambientale
Negli ultimi vent’anni, i livelli di mercurio nell’atmosfera hanno registrato una sorprendente diminuzione di circa il 70%. Questo significativo calo è il risultato di misure ambientali sempre più rigorose, come evidenziato da uno studio condotto dalla Tianjin University e pubblicato sulla rivista Acs Environmental Science and Technology. Queste scoperte offrono un barlume di speranza nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, ma sottolineano anche la necessità di affrontare altre fonti di emissione di mercurio.
L’analisi dei dati sul Monte Everest
Lo studio, che ha analizzato dati raccolti sul Monte Everest, ha rivelato che, sebbene le emissioni siano diminuite notevolmente, il suolo rimane la principale fonte di mercurio atmosferico. Infatti, attualmente il suolo emette circa il 62% del mercurio totale presente nell’atmosfera, mentre le sole attività umane contribuiscono per il 28%. Questo cambiamento evidenzia un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati, quando le emissioni industriali e il consumo di combustibili fossili erano le principali cause dell’inquinamento.
Le minacce delle attività umane
Le attività umane, come la combustione di combustibili fossili, l’incenerimento dei rifiuti e l’estrazione mineraria, continuano a rappresentare una minaccia significativa. Per mitigare questi impatti, è stata adottata la Convenzione di Minamata nel 2013, entrata in vigore nel 2017, un trattato internazionale che mira a ridurre l’uso e le emissioni di mercurio a livello globale.
Monitoraggio e futuro sostenibile
Per analizzare l’andamento dei livelli di mercurio negli ultimi decenni, i ricercatori hanno utilizzato una pianta perenne chiamata Androsace tapete, che cresce ad altitudini elevate. Questa pianta accumula strati di foglie ogni anno, simili agli anelli degli alberi, permettendo così ai ricercatori di ricostruire il passato ambientale fino al 1982. I risultati ottenuti mostrano chiaramente l’andamento della concentrazione di mercurio, rivelando una notevole riduzione tra il 2000 e il 2020.
Nonostante i progressi, è fondamentale continuare a monitorare e limitare le emissioni di mercurio, specialmente quelle provenienti dal suolo, che potrebbero aumentare a causa dei cambiamenti climatici. L’attenzione verso politiche ambientali più stringenti e la cooperazione internazionale rimangono vitali per garantire un futuro più pulito e sicuro per l’ambiente e la salute umana.