Nel laboratorio dell’Ausl della Romagna è stata scoperta una nuova emoglobina chiamata “Emoglobina Romagna”
Un’importante scoperta scientifica è avvenuta presso il laboratorio unico dell’Ausl della Romagna, situato a Pievesestina di Cesena, dove è stata identificata una nuova variante di emoglobina denominata “Emoglobina Romagna”. Questa scoperta, effettuata all’interno del settore di Ematologia dell’unità operativa di patologia clinica, diretta dal professor Vittorio Sambri, è stata rinvenuta durante un’analisi di emoglobina glicata, un esame di routine utilizzato per la diagnosi e il monitoraggio del diabete.
Caratteristiche dell’emoglobina Romagna
L’emoglobina Romagna si caratterizza per essere “clinicamente silente“, il che significa che non presenta sintomi evidenti né alterazioni dell’emocromo. Questa peculiarità rende la scoperta particolarmente significativa, poiché le emoglobine silenti come questa possono, in combinazione con altre anomalie emoglobiniche, avere implicazioni cliniche rilevanti. Marco Rosetti, esperto nel campo, ha sottolineato che le emoglobinopatie consistono in difetti genetici che coinvolgono l’emoglobina, la proteina responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue. Tali difetti possono manifestarsi in diverse forme, tra cui la talassemia, che comporta una ridotta produzione di emoglobina e la formazione di varianti emoglobiniche.
Importanza della scoperta
Ad oggi, sono state catalogate circa 1400 varianti di emoglobina. Tuttavia, Rosetti avverte che alcune di queste varianti silenti possono causare manifestazioni cliniche se associate ad altre anomalie emoglobiniche o a stati talassemici. Per tale motivo, è fondamentale includere la valutazione delle emoglobinopatie nello screening prenatale, al fine di identificare mutazioni che, pur essendo silenti nei genitori, potrebbero generare problematiche nella progenie.
Prospettive future
Questa scoperta non solo arricchisce il panorama delle conoscenze scientifiche riguardanti le emoglobine, ma rappresenta anche un passo avanti nella comprensione e nella gestione delle malattie ematologiche, con potenziali benefici per il monitoraggio e la diagnosi precoce di condizioni cliniche correlate. La comunità scientifica attende ora ulteriori studi per esplorare le possibili implicazioni della variante Romagna e il suo ruolo nel contesto delle emoglobinopatie.