Roma, 15 settembre 2025 – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso una posizione cauta sul tema del riconoscimento dello Stato della Palestina, sottolineando l’importanza di “decisioni ponderate e intelligenti” in un contesto geopolitico estremamente complesso. Durante una dichiarazione ufficiale, Tajani ha ricordato che, pur ritenendo giusto il riconoscimento, attualmente non sussistono le condizioni fondamentali, come l’unità politica, per procedere in tal senso.
Tajani: «Riconoscere la Palestina oggi è un errore grave»
Il ministro ha spiegato che l’Italia riconosce l’Autorità Palestinese e mantiene ottimi rapporti con il presidente Abu Mazen. Tuttavia, «se riconoscere strumentalmente lo Stato di Palestina oggi significa dare un pretesto per l’occupazione della Cisgiordania, allora è un errore grave». Tajani ha precisato che non si tratta di coraggio o complicità, ma di «scelte intelligenti, determinate e non basate su semplici sensazioni».
Queste dichiarazioni arrivano in un momento di forte tensione nella regione, con il conflitto tra Israele e Hamas che si protrae dal 7 ottobre 2023 e ha provocato decine di migliaia di vittime, oltre a una grave crisi umanitaria a Gaza.
La crisi umanitaria e le tensioni politiche a Gaza
Nel frattempo, il presidente palestinese Mahmūd Abbās, detto anche Abu Mazen, ha duramente criticato i capi di Hamas, definendoli «figli di cani» e chiedendo il rilascio immediato degli ostaggi, molti dei quali sono in condizioni critiche. Abu Mazen ha inoltre invitato Hamas a deporre le armi e a trasformarsi in un partito politico per poter avviare un dialogo nazionale.
La situazione nella Striscia di Gaza peggiora quotidianamente: i convogli di aiuti umanitari sono stati in gran parte distrutti o bloccati, aggravando una crisi alimentare e sanitaria che l’ONU definisce in rapido deterioramento. Inoltre, nel governo israeliano continuano le tensioni interne tra esponenti favorevoli a un approccio più duro e chi, come il capo di Stato maggiore Eyal Zamir, mette in guardia sulle conseguenze di un’escalation militare senza strategie chiare.
In questo quadro, le parole di Tajani richiamano alla necessità di una politica estera italiana che privilegi la concretezza e il realismo, evitando passi che potrebbero peggiorare ulteriormente una situazione già drammatica.






