Roma, 30 settembre 2025 – Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ha espresso la disponibilità dell’Italia a contribuire con una presenza militare nel contesto di un piano di pace per la Striscia di Gaza. A margine di un intervento televisivo su La7, Tajani ha sottolineato l’importanza di un accordo che possa condurre al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e alla fine del conflitto israelo-palestinese.
“Il piano di pace per Gaza può portare al cessate il fuoco”
Antonio Tajani ha evidenziato che l’Italia è pronta a offrire il proprio sostegno, anche attraverso un contributo militare, alla futura amministrazione che dovrà riunificare la Palestina e garantire stabilità sul territorio. “Il piano di pace su Gaza a noi piace, può essere la soluzione per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, per arrivare alla fine della guerra”, ha dichiarato il ministro, sottolineando che anche la risposta dei Paesi arabi sembra andare in una direzione positiva. “Vediamo come risponderà Hamas”, ha aggiunto.
Tajani ha inoltre anticipato che, a settembre, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, proporrà a livello G7 un progetto per la ricostruzione politica ed economica della Striscia di Gaza. L’Italia si è detta pronta a inviare un contingente che collabori con l’Onu e i paesi arabi per facilitare la nascita di uno Stato palestinese, unificando Striscia e Cisgiordania. Tuttavia, il ministro ha chiarito che l’interlocutore italiano sarà esclusivamente l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), non Hamas. Gli Stati Uniti, inoltre, hanno richiesto l’impiego di carabinieri italiani per addestrare una forza di sicurezza palestinese.
Tajani sulla Flotilla:”Cercare di violare il blocco comporta conseguenze”
Sul tema della Flotilla, Tajani ha espresso preoccupazione per i rischi legati al tentativo di forzare il blocco navale israeliano. “Cercare di violare il blocco comporta conseguenze”, ha affermato, ricordando che l’Italia ha invitato gli organizzatori della flottiglia a lasciare i beni a Cipro, da dove potrebbero essere consegnati alla popolazione civile palestinese con l’accordo di Israele tramite il Patriarcato latino di Gerusalemme. Il ministro ha precisato che la Marina militare italiana è presente nelle acque prossime a Gaza solo per motivi umanitari, come soccorso in caso di avarie o emergenze mediche, e non svolge compiti militari.
“Non ci sarà mai un conflitto a fuoco tra la Marina italiana e quella israeliana, perché non siamo in guerra con Israele”, ha sottolineato Tajani, ribadendo l’impegno del governo italiano a garantire assistenza ai cittadini italiani coinvolti in eventuali incidenti e a tutelare la sicurezza dei propri militari.
Il ministro ha infine riferito di una recente telefonata con Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla, durante la quale ha ribadito che l’Italia non fornirà alcuna protezione militare alla flottiglia e che si continuerà a monitorare attentamente la situazione per evitare un peggioramento delle tensioni.






