Roma, 30 ottobre 2025 – Il confronto sulla riforma della giustizia si infiamma dopo le dichiarazioni di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che critica duramente l’iniziativa del governo Meloni, definendola insufficiente e mirata a un controllo politico della magistratura.
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha ribadito con fermezza la propria contrarietà al Ponte sullo Stretto di Messina, dopo la recente bocciatura della delibera Cipess da parte della Corte dei Conti, chiedendo al governo di fermare il progetto, definendolo “inutile, vecchio e dannoso”.
Le critiche di Elly Schlein alla riforma della giustizia
Durante una conferenza stampa, Schlein ha sottolineato come la proposta di riforma non affronti i problemi fondamentali del sistema giudiziario italiano. “Questa non è una riforma della giustizia – ha affermato – non tocca uno solo dei nodi cruciali, come confermato dallo stesso Nordio: nulla sulla durata dei processi, sulla carenza di personale, sulle misure alternative e sul sovraffollamento delle carceri“. Ha evidenziato come alcune udienze siano fissate addirittura al 2032, lasciando i cittadini senza risposte adeguate in tempi dignitosi.
Schlein ha inoltre contestato la separazione delle carriere, definendola già esistente grazie alla riforma Cartabia, e ha messo in guardia contro l’obiettivo reale del governo: “indebolire l’indipendenza della magistratura, rendendola assoggettata al potere esecutivo“. La segretaria dem ha ricordato che è la prima volta nella storia della Repubblica che un testo di riforma costituzionale non viene modificato in Parlamento, neppure su aspetti di dettaglio come la parità di genere o la modalità di accesso ai concorsi. “La riforma serve a chi ha il potere di scegliersi i giudici, mettendo in pericolo l’uguaglianza davanti alla legge“, ha concluso.
Meloni accusa la Corte dei Conti di invadenza
Sul fronte opposto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che il vero scopo della riforma è garantire al governo “le mani libere e l’assenza di controlli“, rispondendo alle critiche con una dura presa di posizione anche sul recente no della Corte dei Conti alla delibera per il Ponte sullo Stretto di Messina. Meloni ha definito la decisione della Corte “un atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento” e ha annunciato che la riforma della Corte dei Conti, in discussione al Senato, rappresenta la risposta a questa intollerabile ingerenza.
La segretaria Pd ha replicato denunciando come questo attacco chiarisca il vero obiettivo della riforma costituzionale: “non migliorare la giustizia, ma mettere il governo al di sopra delle leggi e della Costituzione“. Lo scontro politico si inserisce in un contesto teso, con il dibattito pubblico che si concentra sulle questioni istituzionali e il ruolo della magistratura nel sistema democratico italiano.

La posizione di Elly Schlein: un appello alla responsabilità del governo
Schlein ha sottolineato che il suo partito aveva già presentato un esposto sul ponte insieme ad Avs, e ritiene che alcuni rilievi siano stati recepiti dalla Corte. “Dopo quanto accaduto ieri chiediamo al governo di agire responsabilmente e di fermarsi”, ha affermato, evidenziando come esistano progetti più urgenti e seri, soprattutto per Calabria e Sicilia. La segretaria dem ha inoltre espresso preoccupazione per le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni riguardo la Corte dei Conti, giudicandole gravi e auspica che gli editorialisti ne colgano la portata.
Schlein ha ribadito il ruolo fondamentale della Corte e della magistratura nel controllo dell’uso dei fondi pubblici: “La Costituzione è fatta di pesi e contrappesi a tutela dei cittadini“. Ha invitato a levare voci critiche contro le posizioni espresse da Meloni e Salvini che, a suo dire, stanno delegittimando gli organismi di controllo.
La reazione del governo e le prossime mosse
Intanto, a Palazzo Chigi si è tenuto un incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepresidenti Matteo Salvini e Antonio Tajani e altri membri dell’esecutivo per discutere il progetto dopo lo stop della Corte dei Conti. In una nota ufficiale, il governo ha dichiarato che, dopo aver esaminato le motivazioni della delibera, replicherà ai rilievi utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento. L’obiettivo di procedere con la realizzazione dell’opera resta fermo e condiviso dall’intero Esecutivo.
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha sottolineato che non vi è alcuno scontro tra poteri dello Stato e ha garantito la massima trasparenza fornendo tutte le informazioni richieste. “Ci sto lavorando da tre anni e voglio rispettare tutte le prescrizioni e riflessioni”, ha detto, confermando che il progetto del ponte rappresenta un’opera unica nel suo genere.
La Corte dei Conti ha sollevato diverse contestazioni sul progetto, tra cui le coperture economiche, la conformità alle normative ambientali e antisismiche e la competenza del Cipess come organo politico. Nonostante il parere negativo, il governo può comunque procedere richiedendo una deliberazione al Consiglio dei Ministri che potrà decidere in base a interessi pubblici superiori.






