Roma, 19 settembre 2025 – Sono giorni di grande tensione per Ilaria Salis, eurodeputata dell’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), la cui immunità parlamentare è al centro di un delicato voto presso la commissione Affari legali del Parlamento europeo. Martedì si deciderà se revocarla o meno, mentre il 7 ottobre sarà l’assemblea plenaria a esprimersi definitivamente. La revoca aprirebbe la strada alla ripresa del processo a suo carico in Ungheria, giudicato da Salis una farsa priva delle necessarie garanzie democratiche.
Ilaria Salis, rischio di mandato d’arresto europeo
Nel corso di un’intervista a La Repubblica, Salis ha descritto lo scenario che si profila come “terrificante”. Se il Parlamento europeo dovesse revocarle l’immunità, l’Ungheria potrebbe emettere un mandato d’arresto europeo nei suoi confronti, con il rischio di un arresto a Strasburgo, in Italia o a Bruxelles, e una conseguente estradizione. Salis ha ricordato la sua precedente detenzione in condizioni definite “disumane” per oltre quindici mesi a Budapest, esperienza che temerebbe di rivivere con ulteriori vessazioni a causa delle sue posizioni critiche verso il governo ungherese guidato da Viktor Orbán, definito da lei un “regime di estrema destra”.
Una vicenda che interpella la democrazia europea
L’eurodeputata ha sottolineato come la sua situazione sia emblemativa della crescente pressione esercitata dall’estrema destra, in Ungheria e non solo, contro i principi di giustizia e uguaglianza. “Sono diventata bersaglio di chi è allergico ai discorsi sulla giustizia”, ha affermato, denunciando una strategia di campagne d’odio e propaganda che mina i valori democratici. Salis rischia una pena fino a 24 anni di carcere, giudicata sproporzionata rispetto ai fatti contestati e derivante da un procedimento giudiziario che lei definisce “con sentenza già scritta”.
La vicenda ha suscitato attenzione internazionale sin dal suo arresto a Budapest nel febbraio 2023, quando fu accusata di aver aggredito militanti neonazisti durante una protesta. Dopo la sua elezione al Parlamento europeo nel 2024, che le ha garantito immunità e la sua liberazione, la richiesta di revoca da parte del governo ungherese ha riacceso il dibattito sul rispetto dello Stato di diritto nel Paese centro-europeo. L’iter in Parlamento europeo sarà cruciale non solo per il destino personale di Salis, ma anche per la tutela dei diritti democratici all’interno dell’Unione.






