Roma, 26 agosto 2025 – Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ribadito con fermezza il ruolo dello Stato nella gestione dei soccorsi in mare, a seguito del recente fermo amministrativo della nave Mediterranea, appartenente all’omonima ONG, per aver disobbedito alle disposizioni imposte dal Ministero.
Il fermo della nave Mediterranea a Trapani
La nave Mediterranea Saving Humans è stata fermata dalle autorità italiane nel porto di Trapani sabato 24 agosto, in applicazione del decreto firmato da Piantedosi. Dopo aver soccorso dieci migranti, la ONG ha deciso di sbarcarli a Trapani invece che nel porto di Genova, come indicato dal Viminale, mentre si trovava nei pressi di Pantelleria. L’ONG ha motivato la scelta con le condizioni meteorologiche avverse: onde alte più di due metri e mezzo.
Il provvedimento di fermo amministrativo è stato emesso con la firma congiunta di polizia, guardia di finanza e guardia costiera. La durata del fermo, non ancora nota, sarà stabilita dal prefetto di Trapani.
Le parole di Matteo Piantedosi e la linea del governo
Attraverso un post pubblicato su X, il ministro Piantedosi ha sottolineato che “È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong”. Il riferimento è diretto alla gestione delle operazioni di soccorso, che secondo il Viminale devono essere rigorosamente coordinate dalle autorità italiane e non da organizzazioni non governative.
Questa posizione è coerente con il decreto Piantedosi, che mira a limitare l’intervento autonomo delle ONG nel Mediterraneo centrale. Il decreto ha suscitato numerose critiche da parte di diverse organizzazioni internazionali e umanitarie. La vicenda della nave Mediterranea rappresenta un nuovo episodio nell’ambito della complessa gestione dei flussi migratori e delle operazioni di salvataggio in mare.






