Roma, 25 novembre 2025 – La Camera dei deputati ha approvato all’unanimità il disegno di legge sul femminicidio, che ora diventa legge ufficiale. Il provvedimento, che ha già ottenuto un consenso bipartisan al Senato, introduce nel codice penale il nuovo articolo 577-bis, definendo il femminicidio come un reato specifico e prevedendo la pena dell’ergastolo per chiunque uccida una donna per motivi di discriminazione, odio o prevaricazione, o attraverso atti di controllo, possesso o dominio.
Il nuovo articolo 577-bis e la definizione ampliata di femminicidio
La legge riconosce come femminicidio anche l’omicidio commesso in seguito al rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo, o come atto volto a limitare le sue libertà individuali. Questo ampliamento della definizione risponde all’esigenza di includere tutte le sfaccettature di violenza di genere che portano all’uccisione di una donna, andando oltre l’omicidio commesso all’interno delle relazioni intime. La norma stabilisce che chi commette questo reato sarà punito con l’ergastolo, sottolineando la gravità di tali atti e l’intento discriminatorio o persecutorio alla base.
Il provvedimento prevede inoltre restrizioni sui benefici penitenziari per i condannati, rafforza gli obblighi di formazione per magistrati e operatori della giustizia e stabilisce misure di sostegno per gli orfani di femminicidio, con uno stanziamento di 10 milioni di euro. Le misure di tutela si estendono anche ai figli di donne sopravvissute a tentativi di omicidio, ma che non possono più occuparsi di loro.
Un consenso politico trasversale e le reazioni istituzionali
L’approvazione all’unanimità testimonia la forte volontà politica di contrastare efficacemente la piaga della violenza di genere. La premier Giorgia Meloni ha espresso soddisfazione per il risultato, sottolineando come l’Italia si collochi tra le prime nazioni a dotarsi di una normativa così avanzata sul femminicidio. “Siamo convinti che questa legge possa contribuire a combattere una piaga intollerabile”, ha dichiarato, ringraziando tutte le forze politiche per il sostegno compatto.
Anche i rappresentanti dell’opposizione, come la segretaria del PD Elly Schlein, hanno riconosciuto l’importanza del testo e il valore del confronto costruttivo che ha portato a migliorare la legge, in particolare su aspetti quali la definizione del reato, la tutela degli orfani e la formazione dei magistrati. La senatrice della Lega Giulia Bongiorno, relatrice del ddl al Senato, ha evidenziato come la legge rappresenti “una presa di posizione nuova e forte contro chi considera le donne esseri inferiori”.
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha sottolineato come il consenso ottenuto dimostri che su temi cruciali il Parlamento sappia superare le divisioni politiche. La ministra per la famiglia Eugenia Roccella ha definito storica la scelta di tipizzare il femminicidio, “un passo fondamentale per riconoscere la specificità del fenomeno e contrastarlo con maggiore efficacia”.
Con l’entrata in vigore di questa legge, l’Italia compie un significativo progresso nel quadro normativo e culturale nella lotta alla violenza di genere, sancendo con forza che l’omicidio di una donna per motivi legati al genere è un crimine di estrema gravità da punire severamente.






