Bruxelles, 18 settembre 2025 – È tornata al centro dell’attenzione la vicenda politica di Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra, coinvolta nella procedura di revoca della sua immunità parlamentare avviata dal Parlamento europeo su richiesta del governo ungherese guidato da Viktor Orbán. La questione si è riaccesa dopo un breve ma significativo messaggio pubblicato su X dal portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, che ha risposto con le coordinate geografiche del carcere di Marianosztra, nel nord dell’Ungheria.
47.8690° N 18.8699° E https://t.co/lJNXgRfQ2O
— Zoltan Kovacs (@zoltanspox) September 18, 2025
Il messaggio di Ilaria Salis: una fase cruciale
In un post su X, Ilaria Salis ha definito questa fase come “una nuova tappa cruciale” della sua battaglia politica. Ha ricordato che il prossimo 23 settembre a Bruxelles la Commissione Affari Giuridici del Parlamento europeo discuterà la richiesta di revoca della sua immunità, una tutela ottenuta grazie a una “straordinaria mobilitazione popolare” e al voto dei cittadini europei. Salis ha sottolineato come questa immunità le abbia permesso di sottrarsi a un “maledetto pozzo ungherese” di soprusi e umiliazioni, tornando così a essere una donna libera in grado di combattere per i valori democratici. Senza questo scudo, ha ammonito, rischierebbe di essere nuovamente incarcerata in condizioni oppressive.
Cari amici, compagne, sostenitori,
siamo entrati in una nuova fase cruciale della mia vicenda politica.
Il 23 settembre, a Bruxelles, la Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo – dopo una lunga procedura segnata dalle continue pressioni dell’estrema destra –… pic.twitter.com/rTE4ju14Y7— Ilaria Salis (@SalisIlaria) September 18, 2025
La procedura parlamentare e il voto decisivo
Il percorso legislativo prevede che la Commissione esprima un parere sulla richiesta entro fine settembre, mentre la decisione finale spetterà alla Plenaria del Parlamento europeo, prevista per il 7 ottobre a Strasburgo. Qui si deciderà con un voto a maggioranza semplice se revocare o meno l’immunità di Salis. L’eurodeputata ha espresso la speranza che il Parlamento non cedesse alle pressioni dell’autoritarismo e dei “nuovi nazionalismi aggressivi” incarnati dal regime di Orbán, ma scelga di difendere la democrazia e lo Stato di diritto, pur riconoscendo le imperfezioni e i doppi standard esistenti.
L’attenzione rimane alta su questo caso che rappresenta un vero e proprio banco di prova per la tenuta dei principi democratici all’interno dell’Unione europea di fronte alle crescenti derive autoritarie in alcuni Stati membri.
Accuse di autoritarismo contro il governo di Viktor Orbán
L’eurodeputata Ilaria Salis ha risposto con durezza alle accuse provenienti dal portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, in un acceso scambio di dichiarazioni su X. Kovacs aveva pubblicato le coordinate del carcere di Budapest dove Salis è stata rinchiusa, gesto che l’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) ha definito come mera propaganda e un atto di vendetta del regime guidato dal primo ministro ungherese Viktor Orbán.
Secondo Salis, il governo di Orbán rappresenta “un regime di estrema destra che esercita il potere in modo assolutistico, arrogante e vendicativo, l’esatto contrario di uno stato di diritto“. L’eurodeputata ha sottolineato come “svariati rapporti, sentenze e risoluzioni ufficiali attestino che l’Ungheria sia ormai una democratura, un regime autoritario che mantiene solo formalmente le apparenze di una democrazia”. In particolare, Salis ha evidenziato che “non esistono condizioni per garantire equità nei processi, specialmente per gli oppositori politici”.
Il primo ministro ungherese, in carica dal 2010 e leader del partito conservatore di estrema destra Fidesz, è al centro di numerose critiche internazionali per aver introdotto riforme costituzionali che hanno ridotto le libertà civili e indebolito il sistema giudiziario. Orbán ha inoltre promosso una politica sovranista e nazionalista che ha portato il suo governo a scontri con l’Unione Europea, culminati nella sospensione di Fidesz dal Partito Popolare Europeo e nell’attivazione dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona contro l’Ungheria.
Il caso Salis e la sua detenzione in Ungheria
Ilaria Salis, insegnante e attivista antifascista, è stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023 con accuse che riguardano un’aggressione a militanti neonazisti. Dopo mesi di detenzione in condizioni duramente criticate da organismi internazionali come la Confederazione europea dei sindacati, Salis è potuta tornare llibera nel giugno 2024 grazie all’immunità parlamentare acquisita con l’elezione al Parlamento europeo. La sua vicenda ha suscitato una forte attenzione mediatica e politica, con prese di posizione anche da parte del presidente della Repubblica Italiana e di diversi ministri.
L’eurodeputata ha denunciato pubblicamente le condizioni del suo carcere e ha definito la campagna del governo ungherese una “becera propaganda e volontà di vendetta”. Il confronto tra le istituzioni europee e l’esecutivo di Orbán continua ad essere teso, in un contesto di crescente preoccupazione per lo stato di diritto in Ungheria.






