La UIL approva la concessione di maggiore flessibilità dai limiti di emissione di CO2 per i costruttori di auto. Tuttavia, è richiesta una strategia industriale europea più articolata per prevenire la delocalizzazione e garantire l’occupazione
La recente decisione del Parlamento europeo di concedere maggiore flessibilità ai costruttori di automobili e furgoni riguardo ai limiti di emissioni di CO2 ha suscitato un cauto ottimismo in Vera Buonomo, segretaria confederale della Uil. Questo passo rappresenta un segnale positivo di attenzione verso le istanze delle parti sociali, necessarie per una transizione più equa verso la sostenibilità. Tuttavia, Buonomo avverte che è fondamentale andare oltre, richiedendo una strategia industriale europea più ampia e articolata.
L’importanza di una strategia industriale
Buonomo sottolinea l’importanza di affrontare il rischio di delocalizzazione e di deindustrializzazione che minacciano il tessuto produttivo europeo. Le attuali rigidità normative, se non supportate da strumenti di sostegno mirati e da piani di investimento adeguati, potrebbero compromettere gravemente la capacità delle imprese di investire in ricerca, sviluppo e innovazione. Queste aree sono cruciali per garantire la competitività e la sostenibilità del settore automotive europeo.
Sviluppo tecnologico oltre il 2035
In particolare, Buonomo ha evidenziato la necessità di mantenere aperta la possibilità di sviluppare tecnologie oltre il 2035, come i motori a combustione interna alimentati da biocarburanti sostenibili. La leader sindacale sostiene anche l’importanza delle soluzioni ibride, avvertendo che un quadro normativo chiaro e tecnologicamente neutro è essenziale per rafforzare le competenze industriali e occupazionali già presenti nei territori.
Verso una transizione ecologica giusta
Infine, Buonomo mette in guardia: senza interventi mirati, la transizione ecologica rischia di trasformarsi in una transizione ingiusta e diseguale, penalizzando i lavoratori e le comunità più vulnerabili. Per garantire un futuro sostenibile e inclusivo, è quindi fondamentale che le politiche europee si orientino verso un approccio che consideri non solo l’ambiente, ma anche il benessere sociale ed economico dei cittadini.