Roma, 13 dicembre 2025 – Un nuovo importante incarico internazionale sembra profilarsi all’orizzonte per Luigi Di Maio, figura di spicco della politica italiana e attuale rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano Il Foglio, Di Maio sarebbe in pole position per diventare il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente (Unsco), incarico che include anche la nomina a vicesegretario generale dell’ONU.
Il ruolo strategico di coordinatore speciale per il Medio Oriente
Il ruolo di coordinatore speciale per il Medio Oriente presso le Nazioni Unite è di grande rilievo. La carica, che ha sede a Gerusalemme, comporta la responsabilità di coordinare le varie entità Onu che si occupano del futuro di Israele e dei territori palestinesi, con l’obiettivo di supportare l’implementazione del cosiddetto Piano Trump per la pace nella regione. La nomina avrebbe un impatto significativo nelle dinamiche geopolitiche e nei delicati equilibri diplomatici della regione.
Secondo la ricostruzione de Il Foglio, le Nazioni Unite avrebbero contattato Luigi Di Maio nelle scorse settimane ricevendo il consenso di tutte le parti coinvolte, inclusa quella del governo italiano, che ha espresso un parere positivo sul suo eventuale incarico. La procedura formale per la nomina è ancora in corso.
Il profilo di Luigi Di Maio e il suo percorso politico
Luigi Di Maio, nato ad Avellino nel 1986, ha una lunga esperienza nelle istituzioni italiane e internazionali. È stato vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro in vari dicasteri, tra cui Sviluppo Economico, Lavoro e Affari Esteri. Nel 2023 ha assunto il ruolo di rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico, incarico che ricopre tuttora e per il quale è stato riconfermato nel gennaio 2025.
Ex leader del Movimento 5 Stelle e figura di riferimento della politica italiana per diversi anni, Di Maio rappresenta una scelta che coniuga esperienza diplomatica e conoscenza delle dinamiche politiche europee e mediorientali. L’eventuale nomina all’ONU segnerebbe un passo importante nella sua carriera internazionale, confermando la fiducia riposta in lui dalla comunità internazionale per gestire questioni di grande complessità e delicatezza geopolitica.






