Funerali di Stato domani a Padova per i tre carabinieri morti a Castel d’Azzano durante un intervento di sgombero drammaticamente finito in tragedia. Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello hanno perso la vita nell’esplosione di un casolare saturato di gas, mentre svolgevano il proprio dovere. La cerimonia si terrà nella basilica di Santa Giustina in Prato della Valle, con la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e delle massime autorità.
Chi erano i carabinieri morti a Castel d’Azzano
Marco Piffari, 56 anni, nato a Taranto ma cresciuto in provincia di Brescia e residente in provincia di Padova, era comandante della Squadra Operativa Supporto del Battaglione Mobile di Mestre. Arruolatosi nel 1987, si distingueva per l’impegno e la dedizione, oltre che per la sua presenza social, dove condivideva spesso pensieri personali e momenti della sua attività. Amava l’equitazione e la moto, passioni coltivate soprattutto in montagna.
Valerio Daprà, nato a Brescia il 9 ottobre 1969, brigadiere capo con qualifica scelta, era un veterano dell’Arma entrato nel 1988. Faceva parte del nucleo operativo Radiomobile di Padova e aveva deciso di non andare in pensione nonostante l’anzianità raggiunta. Lascia una compagna e un figlio di 26 anni.
Davide Bernardello, 36 anni, originario di Camposampiero, si era arruolato nel 2014 ed era anch’egli del reparto Radiomobile di Padova. Era il più giovane del gruppo e aveva una carriera promettente nelle forze dell’ordine.
Il commento di Ilaria Salis sul caso dei carabinieri morti
La notte dell’esplosione, i tre carabinieri erano impegnati con la Polizia di Stato nello sgombero di un casolare occupato da tre fratelli sessantenni, i Ramponi, che si erano barricati all’interno saturando di gas l’abitazione. La deflagrazione è stata devastante, causando anche il ferimento di numerosi colleghi e vigili del fuoco presenti sul posto.
Il caso ha scatenato un acceso dibattito politico e sociale. L’europarlamentare Ilaria Salis ha suscitato polemiche dopo aver collegato l’accaduto alla crisi abitativa e alla povertà crescente in Italia, denunciando la negazione di un diritto fondamentale. Salis ha promosso un incontro al Parlamento europeo per discutere del diritto all’abitare, sottolineando le cause sistemiche dietro episodi di disperazione come quello di Castel d’Azzano. Le sue parole hanno incontrato critiche anche da parte di chi l’aveva sostenuta alle ultime elezioni.
Intanto, il governatore del Veneto Luca Zaia ha proclamato tre giorni di lutto regionale e ha chiesto che “davanti a tre morti e così tanti feriti non ci sia clemenza”, ribadendo il valore del sacrificio dei militari. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi hanno espresso cordoglio e solidarietà alle famiglie e all’Arma dei Carabinieri.
L’omaggio e la solidarietà
La città di Castel d’Azzano e il Veneto tutto sono ancora sconvolti per la perdita dei tre militari, simboli di dedizione e coraggio. La sindaca Elena Guadagnini ha espresso il proprio dolore e vicinanza alle famiglie coinvolte. Il ricordo e il rispetto si sono manifestati anche nella campagna elettorale regionale con un minuto di silenzio organizzato dalla Lega al Gran Teatro Geox di Padova, a testimonianza dell’unanimità nel riconoscere l’enorme sacrificio compiuto.






