Un viaggiatore sbarca in aeroporto, prende un tram pulito e raggiunge il centro senza cercare mappe di sicurezza o numeri di emergenza: è una sensazione che molti cercano quando programmato una vacanza. La domanda che guida chi prenota un volo non è più solo “che cose vedere”, ma “dove posso sentirmi protetto”: sicurezza personale, servizi sanitari affidabili e trasporti efficienti sono diventati fattori decisivi. Il nuovo Safest Cities Report 2026 di Berkshire Hathaway Travel Protection prova a rispondere a questo bisogno con dati e percezioni raccolte sul campo. Nel rapporto emergono città che combinano bassi tassi di criminalità, reti sanitarie accessibili e trasporti pubblici controllati. Chi vive e lavora in questi centri lo nota ogni giorno: più agenti di polizia in vista non significa solo maggiore controllo, ma anche una rete di servizi che funzione nella pratica. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la manutenzione degli spazi pubblici: marciapiedi curati e segnaletica chiara riducono incidenti e tensioni quotidiane. La classifica non è un elenco casuale: vuole misurare il grado di tranquillità che una città offre a un visitatore. Per questo motivo il report mescola opinioni personali e metriche oggettive, cercando di bilanciare percezione e realtà. Chi prepara un viaggio prima valuta anche questi elementi, specialmente se si viaggia con bambini o persone anziane. La scelta della meta, per molti, passa ora attraverso criteri che un tempo interessavano solo gli addetti ai lavori.

Metodologia e criteri veri
Il Safest Cities Report 2026 si basa su due filoni principali: il giudizio diretto dei viaggiatori e dati di piattaforme specializzate. I ricercatori hanno raccolto le valutazioni di oltre 1.500 viaggiatori che avevano visitato di persona ciascuna città, integrando queste impressioni con indicatori di Numbeo e GeoSure Global. Sono state prese in esame tre aree: criminalità, salute e sicurezza dei trasporti pubblici, con punteggi che riflettono sia la frequenza degli episodi segnalati sia la percezione di sicurezza dei residenti e dei turisti. Il fatto che il sondaggio abbia coinvolto principalmente viaggiatori statunitensi è un elemento da considerare nella lettura: la percezione può variare in base a cultura e abitudini. Allo stesso tempo, l’uso di dati oggettivi riduce il rischio di distorsioni. È importante notare che il periodo di raccolta si riferisce all’agosto 2025, per cui eventi successivi non sono stati inclusi nella valutazione. Questo limite metodologico spiega perché certe emergenze locali non comparano nella classifica, nonostante possano aver modificato il quadro in seguito. Un aspetto che sfugge a chi non segue le statistiche è come piccoli miglioramenti infrastrutturali — una nuova illuminazione, percorsi ciclabili separati — abbiano impatti concreti sui punteggi di sicurezza. Lo raccontano i tecnici del settore: investimenti mirati nei servizi urbani tendono a tradursi rapidamente in percezione positiva tra i visitatori. Per questo i risultati del report vanno interpretati come una fotografia utile, ma non immutabile, delle città prese in esame.

La classifica e gli effetti sul turismo
Nel posizionamento finale emergono undici città che, secondo il report, offrono il miglior equilibrio fra servizi e tranquillità. Al primo posto si colloca Reykjavik, seguita da Copenaghen e Zurigo; Amsterdam occupa la quarta posizione. Più avanti troviamo Honolulu e Sydney, mentre Barcellona e Lisbona si attestano a metà classifica. Tokyo e Dublino compaiono tra le ultime posizioni della top eleven, e in Europa c’è anche una città italiana: Venezia, che figura all’undicesimo posto. Questo schema conferma che otto delle undici città provengono dal continente europeo, un dato che riflette non solo stabilità economica ma anche investimenti continui in servizi urbani e protezione sanitaria. La predominanza europea non sorprende gli esperti: sistemi di governance consolidati e reti di sicurezza sociale riducono il rischio di criticità improvvise. Allo stesso tempo, città come Honolulu mostrano che sicurezza e appeal turistico possono coesistere anche fuori dall’Europa, grazie a infrastrutture dedicate e strategie di prevenzione. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è l’effetto stagionale sui numeri: bassa affluenza turistica spesso coincide con una percezione di maggiore sicurezza per i visitatori. Per chi programma viaggi, la classifica offre spunti pratici: chi cerca trasporti affidabili e strutture sanitarie pronte dovrebbe privilegiare le città in alto, mentre chi punta a esperienze culturali intense può valutare le differenze di rischio e organizzare il soggiorno di conseguenza. Un dettaglio realistico che resta sul tavolo è l’impatto sulle destinazioni: posizionarsi tra le città più sicure può rimodellare i flussi turistici, con ricadute economiche visibili nelle stagioni successive.





