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Home Lifestyle

Casa Bianca: chi paga la mega ballroom di Trump? Amazon, Google e i giganti tech finanziano l’intervento da $300 milioni

by Matilde Giunti
29 Ottobre 2025

I camion e le pale meccaniche hanno trasformato il lato est del complesso presidenziale in un cantiere rumoroso e polveroso, mentre dentro gli uffici la vita sembra scorrere con la routine di sempre. Alcuni membri dello staff della Casa Bianca dicono di non essersi scomposti: «Non mi riguarda», ha riferito un collaboratore che ha chiesto di restare anonimo. La scena esterna — reti di protezione, gru sul prato, passanti che osservano — contrasta con la freddezza di chi continua a svolgere funzioni quotidiane, come se il rumore della demolizione fosse un elemento estraneo al lavoro amministrativo.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio: la rimozione dell’ala est avviene mentre il governo attraversa una fase di difficoltà operativa, un elemento che alcuni definiscono significativo per il simbolismo dell’intervento. Un dettaglio che molti sottovalutano è la presenza di squadre specializzate che già giorni prima avevano evacuato stanze, archivi e spazi di rappresentanza; lo spostamento non è stato improvvisato, ma proceduto per tappe, spiegano fonti interne.

Questo cantiere non è soltanto un intervento di muratura: è l’avvio di un progetto che modificherà la pianta e la funzione di una porzione storica della residenza presidenziale. Per chi osserva da fuori, resta la domanda su come si conciliano gli interventi privati e l’uso pubblico di quegli spazi. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che anche i grandi palazzi istituzionali subiscono trasformazioni simili, spesso senza il clamore che ci si aspetta.

Cosa conteneva l’ala est e chi la usava

L’ala est è stata storicamente il luogo dove operano le first lady e il loro staff, e ospita funzioni di rappresentanza e organizzazione. Qui si trovavano uffici per la comunicazione e lo staff personale della first lady Melania Trump, laboratori di allestimento decorativo e spazi per eventi ufficiali. Nel tempo l’edificio è diventato anche sede di uffici tecnici, come il reparto che si occupa dei certificati e dei documenti di cerimonia, e di reparti che gestiscono le visite di pubblico e delegazioni.

Tra i team che verranno trasferiti c’erano i calligrafi che preparano inviti e attestati, l’Ufficio militare della Casa Bianca, l’Ufficio visitatori e l’Ufficio affari legislativi. Secondo fonti interne, questi uffici troveranno spazio nell’Eisenhower Executive Office Building, dall’altra parte della strada, in una soluzione che privilegia continuità operativa più che comodità. Un dettaglio che molti sottovalutano: la logistica del trasloco richiede tempo e personale specializzato, e non tutte le attività si adattano immediatamente a nuovi spazi.

Il trasferimento non è stato sempre accompagnato da commenti ufficiali: portavoce hanno evitato dichiarazioni sui singoli spostamenti, limitandosi a rassicurare sulla prosecuzione dei servizi. Chi lavora in questi uffici racconta che l’operazione è stata pianificata per ridurre al minimo l’interruzione delle funzioni istituzionali. Allo stesso tempo, per diversi collaboratori la scelta di rimanere operativi in luoghi alternativi ha richiesto una revisione delle routine e delle procedure quotidiane.

Un fenomeno che in molti notano solo da vicino è la cura con cui vengono conservati alcuni arredi e documenti storici: non tutto viene semplicemente spostato, parte viene catalogata e protetta secondo regole museali, perché l’ala est ospitava oggetti e allestimenti con valore simbolico e amministrativo.

Chi finanzia il progetto, quanto costa e le critiche emerse

Il progetto della nuova sala da ballo è presentato come finanziato con capitale privato e ha una stima di spesa che è salita fino a circa 300 milioni di dollari. L’aumento rispetto alle prime previsioni ha sollevato domande sulle modalità di raccolta e sulla supervisione pubblica dell’intervento. Secondo quanto riferito, tra le società che si sono impegnate a sostenere l’opera figurano grandi nomi del settore tecnologico e dei servizi: Amazon, Apple, Google, Meta, Palantir, Coinbase e Comcast. A questi si affiancano donazioni di individui collegati all’economia finanziaria.

La particolarità del progetto è che non rientra nei finanziamenti ordinari approvati dal Congresso né sembra aver ricevuto il via libera formale di tutte le commissioni di pianificazione territoriale normalmente coinvolte in interventi sul patrimonio pubblico. Will Scharf, che coordina la commissione interna per il cantiere, ha sostenuto che per la fase costruttiva servirebbero approvazioni diverse rispetto a quelle per la sola demolizione. Un dettaglio che molti osservatori considerano rilevante è la distinzione tra autorizzazioni edilizie e approvazioni di carattere politico e patrimoniale.

Critici dell’iniziativa sottolineano che l’uso di contributi privati per modificare parti significative di un edificio con funzioni pubbliche apre questioni di trasparenza e responsabilità. Fonti interne riferiscono che non è ancora chiaro se i pagamenti saranno versati in unica soluzione o rateizzati, né sono stati resi pubblici i termini esatti degli accordi con i donatori. Un aspetto che sfugge a chi segue la vicenda da lontano è quanto queste scelte possano influire sulle relazioni tra governo e grandi aziende, soprattutto in contesti internazionali.

All’esterno del cantiere rimangono le gru e il movimento delle ruspe; all’interno, i funzionari ripetono che le attività istituzionali proseguiranno. Per alcuni osservatori la costruzione di una sala da ballo di questa scala rappresenta un precedente sul piano della gestione degli spazi pubblici, mentre per altri è semplicemente una riorganizzazione funzionale. Un dettaglio realistico: le immagini del cantiere sono oggi parte di un archivio visivo che documenterà come certe scelte avranno rimodellato un luogo con forte valore simbolico.

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