Le ferie last minute, i voli low cost presi al volo, le corse da un monumento all’altro per “vedere tutto”. No, non è più questo il sogno di viaggio degli italiani. A settembre 2025, il vero lusso è rallentare.
Si chiama soft travel ed è la tendenza che sta conquistando chi ha bisogno di disconnettersi davvero e ritrovare se stesso. Un ritorno alla lentezza, alla connessione con la natura, al gusto delle cose autentiche, lontano dalla frenesia dei viaggi mordi e fuggi.
Viaggi lenti, mete vicine e ritmi umani
Il “soft travel” è un modo nuovo di pensare le vacanze, ma anche un ritorno alle origini. Sempre più italiani, soprattutto tra i 30 e i 55 anni, stanno riscoprendo il piacere dei borghi, dei cammini, dei piccoli hotel a conduzione familiare, dei pranzi lenti all’ombra di una vite.
Non si parte più per “fare tutto”, ma per vivere meglio. Non importa visitare dieci città in cinque giorni: ne basta una, se la si scopre davvero.
Mete come il Molise, l’Umbria nascosta, le colline marchigiane o i borghi abbandonati della Basilicata stanno tornando a brillare. E settembre è il mese perfetto: meno folla, clima mite, natura ancora viva.
Le parole chiave del soft travel: silenzio, autenticità, tempo
Chi sceglie il soft travel cerca esperienze reali. Niente resort all inclusive o tour organizzati. Piuttosto:
camminate nei boschi,
colazioni lente in agriturismo,
cene locali con chiacchiere vere,
visite guidate da chi vive il posto,
silenzio, tempo per leggere, dormire, scrivere.
È un turismo che non si misura in chilometri percorsi, ma in respiri profondi. E che punta alla qualità, più che alla quantità.
Un viaggio lento, sostenibile, rispettoso dei luoghi e delle persone. In controtendenza rispetto alla società che corre.
Le mete perfette per rallentare (senza annoiarsi)
A settembre, molte zone d’Italia diventano perfette per il soft travel. Ecco alcune delle scelte più gettonate:
Valle Maira (Piemonte): escursioni lente, rifugi accoglienti, paesaggi da meditazione.
Molise interno: borghi quasi deserti dove il tempo si è fermato.
Lunigiana (Toscana): castelli nascosti, foreste fresche e zero stress.
Valnerina (Umbria): spiritualità, natura e cucina genuina.
Cilento (Campania): mare, colline, silenzi e fichi dolcissimi.
Sila (Calabria): laghi alpini, boschi fitti e un’ospitalità calorosa.
In tutte queste mete, si può camminare, leggere, dormire bene, mangiare meglio e tornare a casa davvero ricaricati.
Perché sempre più italiani scelgono il soft travel?
Perché è una risposta alla stanchezza collettiva. Dopo anni di stress, di emergenze, di iperconnessione e ritmi spezzati, molti cercano un turismo che cura. Che non consuma, ma accoglie.
E poi perché è anche un gesto etico: sostenere le economie locali, scegliere ospitalità familiare, lasciare un impatto positivo.
E c’è anche un risvolto economico: spesso il soft travel costa meno, permette prenotazioni flessibili, evita i circuiti delle grandi piattaforme.
Un modo nuovo di viaggiare che diventa stile di vita
Il soft travel non è solo un trend: è uno stile di vita. È scegliere di stare bene, di ascoltarsi, di non sprecare energie.
E settembre 2025, con le giornate che si accorciano e il bisogno di una pausa vera, è il momento ideale per provarlo.
In un’Italia piena di tesori silenziosi, c’è tutto quello che serve per ripartire davvero, ma con calma.
Perché a volte, rallentare è il modo più veloce per ritrovarsi.






